Si questo é un endorsement ad ARS. No, non sono (ancora) associato. |
Buon giorno e buona resistenza a tutti.
Nel mio recente intervento “Guida galattica per autoattivisti” ho accennato alla nuova realtà di ARS (Associazione Riconquistare la Sovranità), e avevo promesso che sarei andato a vedere con i miei occhi il lavoro e gli intenti di questi ragazzi. Non intendo riscrivere il documento delle loro analisi e proposte, peraltro estremamente chiaro e disponibile in rete, e mi limiterò a parlare dell’intervento introduttivo del presidente Stefano d’Andrea e a raccontare alcuni aneddoti più o meno significativi.
Tanto
per cominciare, un accenno a Pescara, che ha ospitato l'evento. Mi dispiace molto, ma vederla mi ha dato
la stessa sensazione di quando Indiana Jones, nella sua ultima iterazione
cinematografica, entrò in una città-laboratorio fasulla nel deserto del Nevada,
costruita in tutto e per tutto per sembrare una città vera, ma popolata solo da
fantocci inanimati e del tutto immobile e silenziosa. Incredibile.
Perché affittare? Tanto nessuno ha soldi. Vendi direttamente ai tedeschi, risparmierai tempo. Foto di R. Nardella. |
Cartelli
“Affittasi” o “Vendesi” ovunque, serrande abbassate, strade deserte e poco
frequentate. Colpa del caldo certamente, ma in un giorno feriale mi sarei
atteso di meglio. E che dire dei terreni sgomberati e abbandonati, delle
magioni in rovina in periferia, delle cattedrali nel deserto. Ho visto interi
agglomerati urbani costruiti durante la recente bolla immobiliare, completi e
coloratissimi.
E come
avrei poi appreso dai discorsi di attivisti e simpatizzanti calabresi e
palermitani, tutto quel che si dice sul sud che sarebbe ridotto quasi come la
Grecia è assolutamente verosimile. Negozi e piccole imprese che stanno
chiudendo a centinaia, disoccupazione ormai generalizzata. L’eccezione è avere
un lavoro stabile. E naturalmente criminalità, ma non quella che vi aspettereste
di vedere in un film, tutta pizzo&lupara, tutta “pagami la protezione o ti sparo”.
Mi hanno
parlato di una realtà ormai endemica, che ha in molti casi rimpiazzato lo stato
nel suo ruolo di protettore dei cittadini, e che ha rimpiazzato gli istituti
bancari al collasso come mediatore del credito. I capitali sporchi ma a bassa
remunerazione della malavita organizzata sono tutto ciò che permette ad alcuni
imprenditori di non chiudere, mentre le loro imprese sono le uniche ancora in
grado di fornire beni e servizi, ovviamente grazie a introiti illeciti,
elusione fiscale e sfruttamento della manodopera. Ma così facendo, i loro
prodotti sono assolutamente concorrenziali.
Possono di fatto fare il prezzo che vogliono e offrire in cambio speranza e posti di lavoro alla gente. Se qualcuno si chiedesse ancora le cause dell’omertà … E non è nemmeno vero che le estorsioni avvengano in seguito a minacce. No, nella maggior parte dei casi la mafia offre agli imprenditori servizi così vantaggiosi (inclusi anche servizi di security, ovviamente), che questi trova del tutto naturale e in alcuni casi obbligatorio, date le difficoltà economiche del periodo, rivolgersi a loro. Ovviamente questo vantaggio nasce da un sistema criminale e dalle ingenti disponibilità di denaro sporco della malavita e andrebbe smantellato, ma anche volessimo all’improvviso militarizzare tutto il sud per eliminare il problema alla radice, otterremmo al più in questo momento di dare il colpo di grazia all’economia del mezzogiorno. La scelta dell’orco.
Ah, cari fratelli “nordici”, è presto per sentirvi sollevati, perché da noi non è meglio. Il sud è in uno stato tale che la malavita organizzata si è da tempo spostata al nord per i suoi progetti principali, e infatti i comuni commissariati per mafia nella stessa cintura di Torino non si contano più. Da noi il mafioso arriva in giacca e cravatta e con segretaria al seguito, e vi farà un’offerta che non potrete rifiutare. E probabilmente sarà laureato alla Bocconi e non avrà mai toccato pistole in vita sua, ma solo carte di credito. Siete avvisati.
Possono di fatto fare il prezzo che vogliono e offrire in cambio speranza e posti di lavoro alla gente. Se qualcuno si chiedesse ancora le cause dell’omertà … E non è nemmeno vero che le estorsioni avvengano in seguito a minacce. No, nella maggior parte dei casi la mafia offre agli imprenditori servizi così vantaggiosi (inclusi anche servizi di security, ovviamente), che questi trova del tutto naturale e in alcuni casi obbligatorio, date le difficoltà economiche del periodo, rivolgersi a loro. Ovviamente questo vantaggio nasce da un sistema criminale e dalle ingenti disponibilità di denaro sporco della malavita e andrebbe smantellato, ma anche volessimo all’improvviso militarizzare tutto il sud per eliminare il problema alla radice, otterremmo al più in questo momento di dare il colpo di grazia all’economia del mezzogiorno. La scelta dell’orco.
Ah, cari fratelli “nordici”, è presto per sentirvi sollevati, perché da noi non è meglio. Il sud è in uno stato tale che la malavita organizzata si è da tempo spostata al nord per i suoi progetti principali, e infatti i comuni commissariati per mafia nella stessa cintura di Torino non si contano più. Da noi il mafioso arriva in giacca e cravatta e con segretaria al seguito, e vi farà un’offerta che non potrete rifiutare. E probabilmente sarà laureato alla Bocconi e non avrà mai toccato pistole in vita sua, ma solo carte di credito. Siete avvisati.
Il PUD€si sta rendendo responsabile, oltre che della nostra rovina economica, sociale
e culturale, anche del sorgere di un vero e proprio impero finanziario
malavitoso, che sta rilevando e accorpando un numero di imprese e proprietà
sempre maggiore, e sta di fatto ottenendo sempre più appalti e monopolizzando
molti mercati locali. Anche qualora dovessimo uscire dall’euro con tutti i
crismi, questa sarà una realtà con cui dovremo fare i conti. E non sarà facile
per lo stato italiano riprendersi ciò che ha perso, anche volendo usare la
forza. Anche solo dimostrare i legami mafiosi di certe realtà sarà un vero
problema. Grazie PUD€. Ce ne ricorderemo.
***
Pronti via, di fronte a circa 200 persone riunite al cinema ARCA, assistiamo ad un preambolo video molto interessante (vedi fine del post), che illustra alla perfezione chi e come ci ha condotto all'inferno e come fosse perfettamente consapevole di ciò che stava facendo. Materiale per la nuova Norimberga. Sarà la colonna sonora Metallica \m/, ma l'ho molto apprezzato :D
Il presidente di ARS Stefano d'Andrea (docente di diritto privato all'università della Tuscia) mette subito le carte in tavola. La loro intenzione è costruire una rete di cittadini sovranisti militanti. E’ chiaro che hanno recepito e fatto tesoro di alcune grandi novità introdotte dal Movimento 5 Stelle, come la coordinazione degli iscritti tramite la rete, ma hanno anche colto molto bene i problemi derivanti dall’estremizzazione dell’approccio, come la tendenza all’inconcludenza e al caos di realtà in rete non perfettamente organizzate, che non abbiano un forte substrato di attività sul territorio. Realtà che sono già nate e sparite a decine, anzi a centinaia. Basta vedere come è facile mettere in crisi una realtà di rete come il gruppo Economia 5 Stelle non appena lo staff si distrae un secondo. Ma infatti anche noi avremo cartucce da sparare in buon numero sul territorio, con i nostri kit divulgativi e il lancio del documento degli scenari … Solo così raggiungeremo un numero congruo di persone, incluso chi non si sa orientare in rete o non ha proprio accesso ad essa.
L’intento
base di ARS è semplice. Essa é un'associazione che si pone come nemica dell’UE e del mercato unico
europeo, che di fatto si è organizzato come un ente sovrano autoritario,
tecnocratico e dirigista. L’UE è profondamente antidemocratica per costruzione,
sviluppo e governante e ARS ne prende le distanze con forza, invocando un
ritorno alle origini avente come unica stella polare la nostra carta
costituzionale, almeno nella sua accezione originale, prima dell’oscurantismo.
Prima dell’Imper…pardon, dello SME.
Una
riflessione molto provocatoria ma interessante di D’Andrea è che per certi
versi la crisi dell’euro è stato un “bene”. Prima di questa crisi, negli anni
anteriori cioè al 2007, non esisteva in concreto alcuna avanguardia rilevante
ostile al suo establishment, nessuna forza politica avrebbe mai anche solo
pensato di proporre l’uscita dai trattati europei, pur essendo la loro natura
palese per chiunque avesse seriamente studiato i trattati stessi. Ma la
disinformazione dei media compiacenti e il credito facile dei primi anni
dell’euro hanno contribuito a nascondere un gigantesco elefante nello
sgabuzzino dell’euro. Elefante che ora appare in tutta la sua imponenza a ogni
popolo europeo e che ci schiaccia col suo peso.
Ora invece sono finalmente partiti tavoli di discussione e processi che vedono l’eurosistema principale
imputato, come il recente Manifesto di solidarietà europea, che propone di
salvare l’UME inducendo l’uscita dei paesi più forti per primi, e
progressivamente di tutti gli altri. Nella stessa Germania è comparso il
partito di destra “Alternativa per la Germania”, formato da un substrato di
tecnici, industriali e professori. Tale partito vuole l’uscita dall’euro per
una mera questione di guadagno. Avendo capito che la Germania non potrà più
sfruttare a lungo il sistema da essa stessa creato, ne chiede l’uscita per non
doverne pagare lo scotto. Molto pragmatico. Come le cinghiate che si meritano,
dico io.
Ma gli
scenari di un’eventuale uscita della Germania non sono affatto certi. Al
momento in Europa ci sono tre tipi di stato. Con l’euro, fuori dall’euro o in
deroga. Dove si collocherebbe la Germania? Che succederebbe ai trattati? Che ne
sarebbe del MES? Altri paesi che volessero uscire avrebbero lo stesso
trattamento? Chi deciderebbe? Molti problemi con nessuna risposta certa. Certo
è che nei prossimi 4-5 anni avremo un alta probabilità di conflitti
diplomatici, modifiche ai trattati, caos urbano, violenza. Il sistema euro non
imploderà così facilmente.
ARS
vuole USARE la crisi come grimaldello per rivendicare la sovranità nazionale
italiana, e ha scelto un profilo molto radicale in questo. La sua idea è di
crescere e collocare elementi in parlamento onde poter fare corretta
informazione sul tema e risvegliare il popolo italiano e il suo orgoglio
sopito, proponendo ricette il più possibile tecniche e ragionate, poiché nulla
deve essere lasciato al caos e al pressapochismo in questa crisi.
L’UE è
oltretutto pesantemente incostituzionale, come ampliamente documentato anche dal buon 48 in rete, in quanto contrasta di netto con i principi economici
della nostra costituzione, che sono chiaramente di natura sociale. L’UE per
contro non introduce principi ex-ante che ne regolino le politiche economiche,
se non la fredda e come ormai sappiamo omicida “stabilità dei prezzi”. Omicida
perché basata su disoccupazione e deflazione salariale. L’UE ha insomma deciso
di derubricare al mercato le sue prerogative sovrane di tutela della classe
lavoratrice e del benessere dei cittadini, e questa è una colpa imperdonabile.
L’art. 47 della nostra costituzione sancisce che la repubblica debba vigilare sulla concessione del credito nel sistema economico nazionale. Questa era una misura figlia delle crisi economiche dell’800 e degli anni '20 del secolo scorso. Crisi causate dallo standard aureo, e dalla libera circolazione dei capitali, che avevano messo il capitale in condizioni di rendersi autonomo dagli stati, trattati alla stregua di ogni debitore privato. L’UE pare aver totalmente dimenticato questo insegnamento in nome della libera circolazione dei fattori produttivi prevista dalla teoria neoclassica e liberista delle Aree Valutarie Ottimali. Per recepire questo assurdo precetto, alla fine degli anni '80 liberalizzammo la circolazione di capitali (prima possibile solo tramite accordi tra paesi), e nei primi '90 abolimmo la distinzione tra banche finanziarie e d’affari, sempre obbedendo a dettami europei. Di fatto ci chiudemmo da allora in una trappola, perché l’art. 117 della costituzione ci costringe a legiferare in accordo con i trattati internazionali, bloccandoci ogni via di fuga.
L’UE ci ha costretto a sbloccare anche linee di credito facile e a lungo termine, quei famosi mutui venti-trentennali a copertura quasi totale che prima ben di rado venivano concessi. Questo perché in una finestra di 30 anni è impossibile prevedere il verificarsi di crisi economiche anche gravi e/o garantire la stabilità della posizione lavorativa del contraente. Questi crediti son destinati a diventare subprime, e a portare al collasso laddove generalizzati il sistema bancario. E’ assolutamente necessario ridare alla repubblica la vigilanza bancaria sottrattale dall’UE. La libera circolazione dei capitali in condizioni di crisi economica comporta inoltre l’uscita di denaro dall’economia reale a vantaggio della finanza. Per questo le borse volano anche quando le imprese chiudono a decine e l’economia reale è al collasso, le due cose sono da tempo scorrelate. In questa situazione lo stato deve pagare interessi molto alti per servire il suo debito, e al contempo deve tenere bassa la tassazione sui capitali per evitarne la fuga. Ad esempio, la nostra tassa sui guadagni da proprietà immobiliari che si rivalutano è ora del 12.5%, ma dovrebbe essere assai più alta. Tuttavia se lo fosse, quelle proprietà verrebbero immediatamente vendute e il capitale si sposterebbe altrove, in cerca di remunerazioni migliori. Siamo in ostaggio.
Secondo
ARS, chi sostiene che la Germania avrebbe tradito lo spirito dei trattati con
le sue politiche commerciali aggressive e con i suoi piani di occupazione
precaria sostenuti da spesa pubblica e deflazione salariale, commette un errore
concettuale. A ben vedere infatti la deflazione salariale è il fine dei
trattati europei, avendo essi eliminato ogni protezione potessimo utilizzare contro la
globalizzazione, il che ci ha messo in concorrenza diretta con i paesi
emergenti e la loro ingente mole di manodopera sottopagata e scarsamente
tutelata. I trattati hanno reso inarrestabile la spinta della globalizzazione
nella sua accezione peggiore, e la compressione verso il basso dei nostri
salari e diritti è la naturale conseguenza. L’Ue inoltre si fonda su un’unione
doganale, le cui scelte sono appannaggio esclusivo del consiglio e della
commissione europea, organi non eletti che hanno tolto agli stati nazionali
qualunque possibilità di proteggere i loro asset strategici e di fare
programmazione economica. In questo contesto l’unica possibilità è
deflazionare. E la Germania ha solo capito prima di tutti e ha saputo pertanto
approfittare meglio di altri di questo sistema. Inoltre, nessun regola proibiva
ai tedeschi di mantenere la propria inflazione sistematicamente sotto il 2% per
effettuare una svalutazione competitiva. Anzi, lo spirito dei trattati portava
con forza verso una simile decisione.
Io non condivido in toto questo punto, dal momento che la Germania ha comunque commesso delle infrazioni ai trattati, sforando i parametri di Maastricht alla partenza dei propri programmi di lavoro sottopagato, e le commette tutt’ora rifiutando qualunque politica concordata con i suoi partner europei e usando i noti trucchi contabili e non per sostenere il proprio debito pubblico. Però di base è vero. I politici tedeschi han sempre coerentemente fatto l’interesse del loro paese, e son stati più astuti a sfruttare il sistema da loro stessi creato. Sistema che siamo stati folli ad accettare.
ARS si
scaglia poi con forza contro le politiche di bassa inflazione dell’UE.
Un’inflazione del 5-6%, con un meccanismo di indicizzazione dei salari non è
affatto un problema, e ha vantaggi in termini di erosione dei debiti. Come già
detto, tenere l’inflazione forzatamente bassa comporta deflazione salariale e
alta disoccupazione, nulla che ARS voglia mantenere.
ARS desidera tornare all’era della repressione finanziaria, dove lo stato italiano poteva finanziarsi ad interesse reale negativo (ovvero l’interesse nominale era sempre tenuto sotto al tasso d’inflazione). Ora nell’UME accade il contrario, con le conseguenze ormai note a tutti.
ARS
rifiuta con forza l’idea che la soluzione dei nostri problemi debba venire
dall’estero, va creata anche autonomamente se necessario. L’idea sarebbe quella
di tornare alla situazione CEE, abolendo il mercato unico, coinvolgendo almeno
all’inizio meno stati. La libera circolazione dei capitali, introdotta in
Italia nell’88, va abolita. La nuova area dovrebbe essere di libero scambio, ma
non un’unione doganale come ora.
ARS rivendica anche la sovranità energetica e dei beni comuni. L’Italia deve poter comprare energia da chi desidera senza interferenze, stipulando con i nostri interlocutori una sorta di trattati di “baratto”. Se noi ad es. comprassimo energia dalla Russia, essi potrebbero importare da noi una mole equivalente di merci. Questo per non penalizzare la nostra bilancia commerciale negli anni in cui cercheremo faticosamente di dare il via ad un piano energetico nazionale serio.
Apprendiamo
poi che ARS ha in elaborazione una serie di documenti condivisi con dettagliati
programmi di riforma in chiave costituzionale del mondo del lavoro e del mondo
scolastico. Ho ascoltato lettura ed emendamenti di questi due testi con vero piacere, trovandoli davvero ben
pensati (specie quello sul lavoro che é un capolavoro assoluto). Ma non mi dilungherò nei dettagli, che
potete reperire facilmente sul loro sito. Tali documenti, in lavorazione già da
tempo sui forum dell’associazione, hanno ricevuto alcuni emendamenti descritti
e poi votati ad alzata di mano durante la riunione domenicale.
I
contenuti (di altissimo livello) della loro proposta si fermano grosso modo qui.
Potrei parlarvi dei numerosi e interessanti interventi di soci e simpatizzanti,
tra cui anche un mio breve contributo, ma quelli potrete apprezzarli dal
filmato che il buon Ecodellarete sta per mettere a disposizione online. Invece,
in omaggio allo spirito “proattivista” del mio blog vorrei spendere ancora
qualche parola sul modello di attivismo e militanza proposto da ARS, che è poi
quello che mi interessava maggiormente, visto che sui contenuti, con la
supervisione di soggetti del calibro di Piero Valerio, Marino Badiale e
Fabrizio Tringali, avevo veramente pochi dubbi ancor prima di prendere il treno
per Pescara.
***
ARS si propone di essere un fronte popolare. Non pretende di proporre modelli alternativi di vita, che possono essere eventualmente discussi dopo aver recuperato la nostra sovranità, ma per ora vuole solo risvegliare la gente, divulgando la verità e dando uno sbocco politico chiaro, autorevole e democratico alla crisi dell’Eurozona. Sbocco che ripristini il valore della nostra carta costituzionale e protegga l’Italia dai rigurgiti totalitaristi che si vedono chiaramente all’orizzonte altrove … Albe dorate qui non ne vogliamo.
ARS
propone un movimento (o partito che sia, la distinzione non è importante per la
dirigenza, che la definisce una “sciocchezza”) che diventi parte di un futuro
grande fronte politico sovranista. Un soggetto che anzitutto deve essere ben
radicato e sviluppato sul territorio, e che al più si coordini e comunichi
tramite la rete, ma che non ESISTA sulla rete. La rete infatti ci fa credere
all’esistenza e all’efficacia di cose che alla prova dei fatti non esistono o
esistono molto ridimensionate. 12000 “Mi piace” sulla pagina Facebook di un
soggetto politico non vogliono dire di fatto NULLA senza un discorso concreto e
organizzato alle spalle.
Trovo
questo punto estremamente corretto. Il presidente D’Andrea ha sottolineato più
volte come qualunque forza sovranista o meno si sia costituita solo in rete, di
fatto NON esista o comprenda al più poche decine di membri davvero attivi. La rete infatti non
è uno strumento di aggregazione e conoscenza reciproca efficace, per quello gli
incontri fisici sono irrinunciabili.
ARS
rifiuta di fare appelli in rete come potrebbe essere un post di Piero Valerio
su Tempesta Perfetta. Servono certo, ma sono molto costosi in termini di tempo e
poco efficaci in termini di numeri di persone messe in moto. Per ARS infatti
più che il semplice attivismo serve militanza, l’unica cosa che porta
l’aggregazione e la moltiplicazione delle forze in campo. D’Andrea ipotizza una
massa critica ideale da 5 a 10000 persone per la massima efficacia, contro le
poche centinaia di oggi, loro secondo compleanno. Raccogliere le firme per
legittimare una lista non è affatto un problema, con un buon numero di
militanti attivi è una cosa immediata, e inoltre se ognuno di questi militanti
compisse anche solo un’azione al mese (es. la consegna di un volantino o di una
rivista ad un amico/conoscente), sarebbero già 12 contatti annuali per
militante. Che se moltiplicati per il solo numero attuale di individui
disponibili, comporta una crescita geometrica rapidissima.
Secondo
ARS il modello di attivismo proposto dal Movimento 5 Stelle è inefficiente.
Pertanto ARS non lo seguirà, avendo ben presente il tipo di delusioni e
frustrazioni che può comportare specie in assenza di un meccanismo di feedback
democratico come un portale di democrazia diretta, vero Beppe? Inoltre ARS contesta al Movimento l’idea di
non voler rinnovare la classe dirigente del nostro paese, forzando il ricambio
dei suoi stessi eletti e membri di spicco. Ottimo spodestare i responsabili
dell’attuale situazione, ma non sostituendoli con persone poco preparate e perennemente
alle prese con i classici problemi da principiante della politica. Va invece
valorizzata esperienza e merito personale, senza per questo diventare
autoreferenziali. Non valorizzare le persone è invece un atteggiamento
nichilista che ARS respinge.
Per ARS
ogni militante deve fare azioni, anche solo una decina all’anno, ma deve agire
fisicamente sul territorio onde far crescere l’associazione. Non bisogna essere
semplici consumatori di politica o limitarsi al tam-tam e al passa parola dei
social network, occorre agire, o ci meritiamo la schiavitù. Anche solo scrivere
lettere in gran numero a una testata giornalistica può essere molto importante.
I principi a cui si devon rifare i militanti di ARS sono i seguenti:
I principi a cui si devon rifare i militanti di ARS sono i seguenti:
- Disciplina e umiltà. ARS rigetta il principio “ognuno fa ciò che gli pare senza coordinazione e prende iniziative personali”, ma sottolinea il valore della disciplina e dell’umiltà necessarie ai militanti. Secondo l’associazione, per esempio, chi vuole entrare deve anzitutto accettare nero su bianco il documento di Analisi e Proposte, senza disperdere energie nel tentare di emendarlo alla morte e tirarsi indietro per una frase di troppo. Un consenso del 70% delle proposte è giudicato accettabile per entrare, e in ogni modo gli emendamenti vengono sempre raccolti e votati. Cosa accaduta anche durante l’assemblea. E’ da rigettare anche l’approccio ansiogeno del “non c’è tempo, bisogna agire adesso omg!”. Nulla da fare, ARS intende agire solo sulla base di progetti ragionati, documentati e concordati, nessun colpo di testa sarà tollerato. La linea del gruppo sarà sempre molto chiara e trasparente.
- Fiducia nell’obiettivo del risveglio culturale degli italiani. Dopo 30 anni di politica consumata e no vissuta, credito facile al consumo, narcisismo indotto dai media e società (“talmente diffuso che gli psicologi stanno pensando di toglierlo dalle patologie conosciute” :D), bisogna lavorare sulla gente perché ognuno si assuma le sue responsabilità e si attivi in prima persona. Il web non è sufficiente. ARS vorrebbe ricreare un popolo attivo e politicamente impegnato come l’Italia negli anni ’70, e io auguro loro di riuscirci o non andremo da nessuna parte.
- Il bollettino divulgativo chiamato “Il Sovranista”. Di poche pagine, ma molto concentrate ed efficaci, può essere stampato con una spesa relativamente contenuta e ogni militante ne dovrà divulgare alcune copie per far conoscere l’associazione.
- Uno o più volantini divulgativi, minimo uno, che contengano un estratto del manifesto associativo e tutti i contatti fisici e online per incontrare i militanti stessi e approfondire. ARS non crede che l’approccio stile “testimoni di Geova che ti stordiscono di chiacchiere” sia funzionale (cosa di cui li ringrazio, bastano quegli altri …), meglio piuttosto 2 parole e un volantino che inviti all’approfondimento. Divulgandolo nei posti giusti (l’uscita di una università o stadio, una via frequentata etc.) ogni militante ne può tranquillamente distribuire un migliaio in poco tempo. Fondamentali per manifesti e volantini saranno i richiami alla nostra carta costituzionale, vera stella polare dell’associazione.
- Un’auto con altoparlante, in puro stile “è arrivato l’arrotino”, costa pochi euro e permette di contattare migliaia di persone alla volta e passare loro il messaggio base dell’associazione. Ideale per gli attivisti più giovani.
- Gestione del sito http://www.riconquistarelasovranita.it/, che diventerà il repository di tutte le attività dell’associazione e dei suoi militanti. Non sarà tanto un sito divulgativo sul tema economico, anche se potrà talvolta raccogliere i contributi degli associati, l’associazione intende effettuare il grosso della divulgazione sul territorio.
- Gestione attenta dellapagina Facebook dell’associazione, che ai fini della propaganda sarà anche più importante del sito. Infatti con una pagina Facebook si può interagire con le persone in maniera più diretta, e ogni utente che cliccherà “Mi piace” verrà contattato dallo staff per valutarne la disponibilità ad associarsi o il semplice interesse.
- Ricerca fondi. Come nel Movimento 5 Stelle, ogni militante e simpatizzante può contribuire liberamente quando vuole. A differenza di esso però, esiste una tassa di accesso (che varia a seconda un militante sia ordinario o sostenitore), che viene gestita da un tesoriere. Ogni spesa viene adeguatamente rendicontata. Per esempio apprendiamo che l’anno scorso sono andati leggermente in perdita, sostenuta interamente dal direttivo. Personalmente condivido la necessità di finanziarsi in modo affidabile. L’assenza di fondi è un problema contro cui mi sono scontrato anche troppe volte in passato, e certi oneri di attivismo sono seriamente inaffrontabili senza fondi. O comunque senza aiuti autorevoli e consulenze tecniche che hanno un costo. In generale, pensare di affrontare la politica senza soldi in un mondo di forze ostili ben sovvenzionate è una pia illusione che condanna all’inefficacia, o peggio, alla sudditanza ai finanziatori privati che decidono di supportarti. Ovvero conflitto di interessi istituzionalizzato in pieno stile USA. Un intervento pubblico a sostegno della VERA politica per me ci deve essere, perché lo stato è l’unico ente che può garantire la neutralità. Chiaro, bisogna rendere conto di ogni spesa con trasparenza. Ma mettersi nelle mani dei privati NON è una buona soluzione democratica. Meglio comunque poter contare su un substrato offerto dai militanti. Non si sa mai.
- Una riunione domestica tra amici, se generalizzata, può essere un buono strumento per crescere in modo silenzioso ma inesorabile, lontano da attenzioni indiscrete del PUD€.
E questi son solo alcuni esempi.
Tutte queste azioni devono essere ben coordinate, rendicontate sul sito
dell’associazione e sollecitate periodicamente dallo staff, per scongiurare la
tendenza all’immobilismo e alla pigrizia che si vedono anche tra molti
attivisti specie a regime … Corretto, poiché qualunque nascente associazione (sovranista o meno)
voglia avere una speranza di successo, è
bene capisca che dovrà ammazzarsi di lavoro ben organizzato e finalizzato, onde
non disperdere le limitate energie disponibili, contro un establishment e dei
media chiaramente ostili.
In un secondo momento (si parla di questo settembre) ARS conta di darsi a livello regionale la stessa organizzazione datasi a livello nazionale. Bisognerà individuare 2-3 persone per regione che facciano da nucleo di aggregazione e da li partire ad organizzare incontri, aggregazione e assemblee. ARS è confidente di aggregare da 5 a 10000 militanti in 2 anni, per potersi presentare alle prossime elezioni politiche con un progetto e un’organizzazione credibile e completa.
Capitolo ALLEANZE. ARS fa sapere che intende allearsi con qualunque forza sovranista porti un progetto serio e sia ben radicata sul territorio. Citando D’Andrea, “per offrire un'alleanza bisogna esistere”, e un gruppo online che non agisce sul territorio di fatto non esiste. O comunque non è un interlocutore papabile. Loro stessi riconoscono di avere numeri ancora troppo risicati, ma intendono provvedere al più presto per incrementarli. Come dicevo, ARS si vede parte integrante di un fronte sovranista compatto, magari fatto di bandiere diverse, purché raccolte sotto quest’unico obiettivo.
La volontà dell’associazione è di non farsi promotrice di una teoria economica o una filosofia in particolare a parte questa, perché questo crea divisioni e particolarismi che hanno abbattuto o ridotto ai minimi termini tante altre realtà. C’è stata una risposta diretta ad un’attivista MMT proprio su questo punto e in questi termini.
L’ARS è una forza sovranista la cui unica stella polare è la costituzione italiana, come intesa dai nostri padri, e uno stato sovrano che con tutti i suoi strumenti possa applicarla in toto, il che naturalmente include politiche keynesiane di sostegno alla domanda aggregata e ricerca della piena occupazione, ma senza fondamentalismi di sorta di cui davvero NON si sente il bisogno.
Direi che è tutto. Si sarà capito che condivido assolutamente ciò che ho ascoltato e ho davvero apprezzato la qualità e l’organizzazione messe in campo. Ma in rispetto a ciò che ARS vorrebbe, non starò a sbrodolarvi altre impressioni. C 'é del materiale di valore. C'é un progetto sovranista concreto e di alto livello. Ci sono persone e patrioti determinati trasparenti e affidabili. Andate e valutate con i vostri occhietti.
Verranno a prendervi anche a casa, fosse anche durante la stramaledetta finale di Champions! Questo lo capite meglio?
Ergo ci vediamo (comunque) in mischia.
Mattia C
In un secondo momento (si parla di questo settembre) ARS conta di darsi a livello regionale la stessa organizzazione datasi a livello nazionale. Bisognerà individuare 2-3 persone per regione che facciano da nucleo di aggregazione e da li partire ad organizzare incontri, aggregazione e assemblee. ARS è confidente di aggregare da 5 a 10000 militanti in 2 anni, per potersi presentare alle prossime elezioni politiche con un progetto e un’organizzazione credibile e completa.
Capitolo ALLEANZE. ARS fa sapere che intende allearsi con qualunque forza sovranista porti un progetto serio e sia ben radicata sul territorio. Citando D’Andrea, “per offrire un'alleanza bisogna esistere”, e un gruppo online che non agisce sul territorio di fatto non esiste. O comunque non è un interlocutore papabile. Loro stessi riconoscono di avere numeri ancora troppo risicati, ma intendono provvedere al più presto per incrementarli. Come dicevo, ARS si vede parte integrante di un fronte sovranista compatto, magari fatto di bandiere diverse, purché raccolte sotto quest’unico obiettivo.
La volontà dell’associazione è di non farsi promotrice di una teoria economica o una filosofia in particolare a parte questa, perché questo crea divisioni e particolarismi che hanno abbattuto o ridotto ai minimi termini tante altre realtà. C’è stata una risposta diretta ad un’attivista MMT proprio su questo punto e in questi termini.
L’ARS è una forza sovranista la cui unica stella polare è la costituzione italiana, come intesa dai nostri padri, e uno stato sovrano che con tutti i suoi strumenti possa applicarla in toto, il che naturalmente include politiche keynesiane di sostegno alla domanda aggregata e ricerca della piena occupazione, ma senza fondamentalismi di sorta di cui davvero NON si sente il bisogno.
Direi che è tutto. Si sarà capito che condivido assolutamente ciò che ho ascoltato e ho davvero apprezzato la qualità e l’organizzazione messe in campo. Ma in rispetto a ciò che ARS vorrebbe, non starò a sbrodolarvi altre impressioni. C 'é del materiale di valore. C'é un progetto sovranista concreto e di alto livello. Ci sono persone e patrioti determinati trasparenti e affidabili. Andate e valutate con i vostri occhietti.
Prossima puntata della saga sovranista italiana, il ritrovo degli attivisti vicini ad A.Bagnai e al buon Quarantotto e delle mailing list dalmata a Viareggio il 22 giugno (chiedere per ulteriori informazioni a sil-viar@virgilio.it, "promoter" della situescion, anche detta "convenscion"). Io sarò presente auspicando una convergenza di qualunque soggetto si venga a creare con ARS, di cui seguirò i passi con GRANDE interesse.
PS. Se volete guardare ancora in faccia i vostri figli datevi una mossa. Trovo incredibile che proprio mentre noi a Pescara parlavamo di come salvare l'Italia, altri fenomeni da baraccone ben noti parlassero di questo. C'é chi ha altro a cui pensare e altre priorità, ma a me di tutto ciò ormai FOTTE SEGA.
Menzione speciale di (de)merito per la stampa, DEL TUTTO ASSENTE.
Menzione speciale di (de)merito per la stampa, DEL TUTTO ASSENTE.
Siamo in guerra per le nostre vite, la nostra patria e per impedire ai vostri figli di andare a battere sotto la cazzo di porta di Brandeburgo, lo capite?
Machevelodicoafare...
Ergo ci vediamo (comunque) in mischia.
Mattia C
Ciao Mattia, permettimi una domanda?
RispondiEliminaMa perchè nel manifesto di solidarietà europea si chiede la fuoriuscita dei paesi forti prima e dei deboli dopo?
Cos'è che cambia, in soldoni?
Grazie in anticipo
Luigi
Ciao anonimo.
RispondiEliminaPremesso che é una soluzione sub-ottimale, l'utilità é che togliendo i paesi grandi esportatori dall'UME, l'euro si svaluterebbe parecchio in breve tempo, e i paesi rimasti recupererebbero un poco di competitività di prezzo. Naturalmente resterebbero tutte le altre storture dell'euro, incluso il fiscal compact etc. Ed é perciò una soluzione con cui non concordo, ma come dice bagnai... l'importante é che se ne parli, sui dettagli possiam accordarci dopo.
Ciao!
Ottimo resoconto, Mattia.
RispondiEliminaSull'errore di prospettiva delle violazioni tedesche al trattato, obietto:
a) che non si basa sulla violazione di un'inesistente (e non a caso) obbligo di correggere l'inflazione sotto-soglia, ma su quello di coordinamento delle politiche economiche, sociali e del lavoro e sul divieto di aiuti di Stato e di misure equivalenti alla restrizione delle importazioni, ove correttamente intesi. Violazioni che sul piano giuridico è difficile negare.
b) le violazioni tedesche non escludono, ma confermano, che l'impianto competitivo dell'UE-UEM, sia contrario alle Costituzioni post belliche basate sull'opzione dello Stato che assume l'intervento correttivo degli squilibri inievitabili dell'economia, rendendo diritti universali, dotati di esplicità clausola di effettività, quelli prioritari del lavoro.
Ma a parte queste precisazioni (che sicuramente sono chiaribili con persone intelligenti), il resto dell'impostazione "attivista" è ben concepito e possibile fonte di una fecondo dialogo.
Grazie...e il "buon" 48 (lo di aggiunge, il "buon", per quelli reputati un pò fessacchiotti, ma forse è giusto :-)) ti aspetta a Viareggio per un approfondimento!
Ne convengo carissimo. Mi son sembrate persone davvero intelligenti, e quella é davvero l'unica questione su cui mi pare di capire ci sia divergenza con la tua posizione. Ma sul resto, convergenza a palate.
EliminaLOL, ti chiamerei anche per nome, ma so che tieni al low profile, quindi mi adeguo :D
A Viareggio ci saremo io e la mia Giorgia, non vedo l'ora di approfondire la questione ^^
@Anonimo:
RispondiEliminaaggiungo ai vantaggi che ha già detto Mattia, il fatto che la Germania passarebbe da moneta "cattiva" (l'euro che si svaluta) ad una "buona" (il nuovo marco che si rivaluta), e noi restiamo con l'euro che si svaluta rispetto al nuovo marco.
Di conseguenza loro sono invogliati al cambio, e da noi si evitano corse agli sportelli, che non c'è nulla da cambiare.
Ottima aggiunta federico. grazie. :)
EliminaGrazie per i chiarimenti.
EliminaTuttavia continuo a nutrire alcune perplessità.
Innanzitutto riprendendo ciò che ha detto Federico, siccome io ho una preparazione economico-aziendale e non un'economica pura, vorrei capire meglio perchè anche con una svalutazione dell'euro in Ita non si creerebbero corse agli sportelli, non dovrebbe essere il contrario? Se la tua moneta si svaluta vuol dire che vale di meno, quindi hai interesse a prelevarla e a depositarla in lidi più sicuri? Tra l'altro la MMT (di cui ho capito si fa molto riferimento) stabilisce che la svalutazione solo per rendere più economica la moneta al fine di aumentare le esportazioni produce in realtà costi non profitti per la collettività. La quale invece, come ben descritto nel post avrebbe bisogno di un rilancio del mercato interno.
Inoltre dubito che all'economia tedesca, il cui modello è fortemente improntato sull'esportazione ci sia una qualche convenienza ad andarsene dall'euro e avere un marco rivalutato. Ma comunque come spiegato un anno fa da parte del presidente della confindutria tedesca (era per intenderci il periodo in cui lo spread era tornato a quota 500 punti nonostante i salassi montiani) aveva dichiarato alla Merkel che un eventuale disgregazione dell'euro non sarebbe stato un problema nel lungo periodo per l'industria tedesca, in quanto finchè permaneva l'area di libero scambio la Germania si sarebbe ripresa. Quindi più che discutere di far uscire la Germania dall'UEM a questo punto si dovrebbe discutere di isolarla economicamente.
Riguardo ad Alternative For Deutschland, un mese fa lessi sul blog "Vocidallagermania" la traduzione di questa intervista rilasciata da Bernd Luke, leader del "presunto" partito antieuro. Dico "presunto" perchè da come potete leggere nel link Luke non parla di far uscire la Germania dall'Euro ma di fare uscire i PIIGS dall'Euro, e far restare la Germania e gli altri paesi del Nord: vocidallagermania.blogspot.it/2013/05/alternative-fur-deutschland-vuole-un.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+blogspot/mlmqBS+(Voci+dalla+Germania). Quindi delle due l'una: o Luke he mentito, o il traduttore ha tradotto male.
Inoltre mi sembra il manifesto faccia troppa buona fede nel pensare che la Germania voglia uscire dall'euro.
Infatti pare che la Merkel in Germania sia in testa nei sondaggi anche se di poco, che probabilmente porterà ad una Grosse Koalition in difesa dell'euro. E a quel punto che si fa?
Inoltre il manifesto non mi sembra che definisca molto bene le modalità e l'ordine con cui i vari paesi del sud dovrebbero uscire.
Insomma, io non so se questa sia la strada giusta, ma se lo è si prendano tutte le contromisure del caso.
PS:
Mi chiamo Luigi, l'avevo scritto anche nel commento di prima
ciao Luigi. Premetto che non concordo con la soluzione del manifesto di solidarietà.
EliminaNo, assolutamente. L'Italia in passato ha effettuato parecchie svalutazioni difensive, e non si é verificata alcuna corsa agli sportelli (fenomeno in ogni modo bloccabile). Lo stesso euro si é svalutato anche del 30% e nessuno é corso a scambiarlo in dollari. :) E il motivo é evidente, per la domanda interna e le tasse hai bisogno della tua moneta, non di una valuta estera.
Poi,il manifesto non si rifa alla MMT.
E indica una via, un'idea. La realizzazione tecnica addavenì. Nessuno sa come potrebbe evolvere una simile situazione dopo l'uscita della germania. che comunque HA un interesse a farlo.
Restando nell'euro, si condanna ad una pesantissima recessione. Se non ratificherà completamente il fiscal compact, si porrà fuori da sola. Per la germania il discorso euro é sempre e solo stato un discorso di convenienza. Ti consiglio questo link:
http://tempesta-perfetta.blogspot.it/2013/06/germania-corte-costituzionale-bce.html