Ritengo che lo scopo di ogni attivista dovrebbe essere lavorare duramente per aggregare consapevolezza e consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude.
La massa critica contro l'ordoliberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD, da altri apostrofati come "collaborazionisti da distruggere", sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

mercoledì 5 giugno 2013

Killing in the name of...

Trees fall, everybody dies...
Buon giorno e buona resistenza a tutti.


Ricevo, e volentieri pubblico, questa lettera di un ragazzo turco che descrive di prima mano ciò che sta accadendo ora come ora nel suo paese. L'autore non ha chiesto di rimanere anonimo, ma preferisco che non si sappia comunque di lui.

Per chi non avesse seguito la triste vicenda, trovate un buon riassunto qui e qui. Citando un pezzo significativo:

"È come se l’estrema propaggine della primavera araba si fosse trasformata arrivando come un vento leggero sulle rive del Bosforo – al grido “Occupy piazza Taksim” (“divisione, distribuzione” in turco), nuova piazza Tahrir (“liberazione” in arabo) – in un vento caldo del maggio (o sarà di tutta l’estate?) turco, in un impasto di sfida e protesta per la conservazione degli alberi del parco Gezi che simboleggiano la laicità e la garanzia della Repubblica secolarizzata voluta e fondata da Ataturk (e che a ottobre compie 90 anni). I giovani turchi difendendo gli spazi verdi e criticando i progetti faraonici di edificazione commerciale e infrastrutturale del goveno Erdogan (in carica da 11 anni) è come difendessero le origini e la storia, anche futura, del paese che facendoli uscire dall’arretratezza economica, li ha fatti entrare nella consapevolezza dei propri diritti fondamentali, a iniziare dai gesti e le parole."




A domanda sulla situazione reale in Turchia, che aiutasse a dissipare l'usuale disinformazione messa in campo dai media nostrani e locali, é giunta questa risposta. Mi auguro che vogliate leggerla e che possa aiutare a fare chiarezza sulla gravità delle situazione. Spero che vogliate condividerla con chiunque possa essere interessato.

«Ciao xxxx,
è un piacere risentirti.
(La protesta, ndr) non riguarda solo il parco che vogliono distruggere. Lui (Erdogan, ndr) vuole restaurare lì i vessilli dell'esercito ottomano, perché quel luogo fu conquistato da una rivolta guidata dagli imam, quando la Repubblica stava nascendo dopo la prima guerra mondiale.
Gli imam arrivarono lì e uccisero parecchie persone, nell'intento di instaurare una teocrazia.
Dunque, c'è questa ragione (per la protesta, ndr), ma anche la corruzione legata ai progetti edilizi. Erdogan sta anche approvando leggi ridicole, come ad esempio il divieto di vendere alcol entro un raggio di 200 metri dalle moschee. Gli episodi di terrorismo e gli omicidi ad opera della polizia ai confini del Paese sono pure cose recenti.
Metti insieme tutta questa roba a partire dal 2002 e questo (la protesta, ndr) è il risultato.
(La protesta, ndr) è totalmente unitaria e nonviolenta (ok, io ho lanciato un paio di sassi). Sono stato in prima linea in diverse occasioni. Il gas è terribile e domenica ho quasi perso conoscenza mentre fuggivo dagli scontri. L'intera Turchia ci stava guardando in diretta su Halk TV.
Al momento stiamo proteggendo la piazza, ed è tutta una festa, almeno finché non arriveranno i poliziotti a lanciare bombe di gas dagli elicotteri. Stasera comperò una maschera antigas decente, ma ho bisogno di riposare almeno per una notte. Sento un forte bruciore sulla pelle, anche solo quando sto seduto alla scrivania.
Ci sono centinaia di filmati delle brutalità commesse dalla polizia, e il conto dei morti è di tre persone. I tifosi delle squadre di calcio si sono uniti, indossiamo le t-shirt dei nostri rispettivi club in segno di solidarietà reciproca. Ieri un tifoso del Galatasaray mi ha aiutato, e io indossavo una sciarpa del Fenerbahçe.
Dove ci porterà tutto questo? I poliziotti si stanno innervosendo sempre più, e si può capire che vorrebbero soltanto ucciderci. Ma tutto viene filmato.
Devi capire che a scendere in strada sono tutti giovani intelligenti ed esperti nell'uso delle tecnologie, come me e te. Io la vedo come l'esplosione della mia generazione che è in contatto col resto del mondo: sono pensatori liberi e progressisti che non ne possono più della situazione attuale.
A proposito, se vuoi farti una vacanza a Istanbul, questo è il momento migliore per venire.
Peace.»

Questo metta in guardia ora e sempre i governi moderni dal pericolo intrinseco nella commistione fra stato, governo e religione e dall'uso sconsiderato e violento delle forze dell'ordine nella repressione di legittime espressioni della volontà popolare, cosa su cui peraltro in Italia siam maestri. Ataturk non era certo un santo, ma ha creato uno stato laico e aperto al progresso, una realtà ora minacciata dalle tendenze islamiche "moderate" (ehm ehm) di Erdogan. Prendo le distanze con decisione dagli effetti nefasti di tutto ciò, parte dei quali vediamo anche in Italia, ogni qual volta i nostri governi si trovano a prendere decisioni contrarie alla morale o agli interessi cattolici. Cioé mai.

Al di là delle ben note e anacronistiche esenzioni concesse alla Chiesa Vaticana, che ci ripaga agendo in tutto e per tutto come paradiso fiscale e negando allo stato italiano qualunque trasparenza sui correntisti e sui sospetti movimenti di denaro sporco intorno allo IOR, non possiamo dimenticare i ridicoli effetti su discriminazione delle unioni omosessuali e ricerca sulle cellule staminali e inaccettabili interferenze su questioni delicatissime che dovrebbero essere demandate esclusivamente alla propria coscienza come trattamento del fine vita, testamento biologico, diritto all'aborto e temi correlati. Come dite? Non ci manganellano (più) come il regime di Erdogan? Discutibilissimo, ma fatto sta che di morti ne fa anche la Chiesa quando si intromette in faccende che non la riguardano.

Senza parlare del fatto principale, per cui la nostra Santa Romana Chiesa é criticabile e per cui ha le mani sporche di sangue, miseria e disoccupazione... Fatto di cui ho discusso personalmente con l'economista e studioso francese Alain Parguez. Non lo traduco, mi fa "leggermente adombrare" anche solo rileggere l'inizio di questa corrispondenza...

Mattia: "I'm Christian, and I'm especially interested in one point of your exposition. The role of Christian Catholic Church in this whole European crime.
I've heard your speech about the "Opus Dei" role and the whole "Catholic fascism" idea bringed along by Vatican from the beginning of the XX century. I'm really furious, because I feel betrayed in my faith and my defense of Jesus's message (at least I feel betrayed by its Vatican's version).

Please, could you send me strong evidences of Vatican's role and involvement in this disaster? Once I have them, I can start a serious campaign of information about this terrible matter, and I could support my "laicist" vision of politic with REALLY strong arguments."

Alain: "Many thanks for your comments. You are raising a fundamental question:
1/ The true fathers of the EMU were Robert Schumann and the French economist François Perroux. The first, chief lobbyist of the French steel cartel, ultra-reactionary catholic, close to Pacelli as secretary of State, the second also staunch adversary of the "Modernity", preaching for some hierarchical corporate society and Europa ruled by a supreme directorate, close to Salazar, the Portuguese dictator, Schumann and Pacelli.

2/ It is certain that the Vatican, as an institution, was always for a technocratic authoritarian new order, an obsession of organisations like the Opus Dei (I receive sometimes their letter) and worse.

3/ As wrote afriend of mine, the great French historian Annie Lacroix-Riz in a book on the Vatican role in inter-war Europe: "I discovered only an institution craving for power and hate, never spirituality"
.


Concludo con una citazione di attualità da parte di un noto rivoluzionario e profeta di cui sarò sempre grandissimo estimatore:

"Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio"


Ne ha fatte di belle costui, incluso cacciare a pedate i mercanti dal tempio.

E' tempo di ricordare coi fatti il suo messaggio anche a chi se ne fa indegnamente portavoce in Italia e fuori...


PS. Buon compleanno Lord Keynes!
Cambridge, 5 giugno 1883.

Ci vediamo (con i turchi) in mischia
Mattia C



3 commenti:

  1. Il tema che tratti è importante, tuttavia i fatti potrebbero anche avere una lettura un po' diversa, come osservato qui:

    ANCHE ERDOGAN NEL MIRINO DI SOROS?

    Le rivendicazioni dei manifestanti sono anche giuste ma tutta la faccenda potrebbe nascondere altri interessi, che si appoggiano in maniera strumentale al malcontento popolare. Come già avvenuto in altre rivoluzioni colorate. Comidad non è certo un sito reazionario.

    Un altro articolo inoltre fa notare come Ataturk abbia portato avanti una occidentalizzazione della Turchia per ragioni strategiche, mentre Erdogan si sta forse muovendo un po' in senso contrario allacciando rapporti con la Russia di Putin, cosa altamente sgradita agli USA in un momento in cui il mondo sta diventando multipolare e loro vogliono rafforzare il controllo creando una loro salda area d'influenza.

    D'altronde che quell'area, dove c'è anche Cipro per intenderci, sia particolarmente delicata lo riconosce anche Quarantotto che porta avanti un'analisi profondamente diversa da quella di C&S (il blog del mio secondo link) riguardo all'intervento esogeno statunitense.

    Ed anche Bagnai parla esplicitamente, anche se ironicamente, di Impero d'Occidente.

    Insomma, forse si tratta di subdole manovre imperialistiche fatte, come al solito, sulla pelle della gente in un periodo di transizione.

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  2. Solo una piccola rettifica rispetto al mio messaggio precedente. Più che intrecciare rapporti con la Russia di Putin, Erdogan forse cerca di ricavare una autonomia per la Turchia analogamente a quanto fa Putin.

    Il fatto che la Russia possa avere i suoi interessi in quell'area del mediterraneo, e chissà che rapporti ha con Erdogan, rende la cosa poco tollerabile per gli USA mentre cercano di creare un area occidentale ancor più strettamente soggetta al loro controllo.

    Il sonno e la fretta di scrivere mi portano ad imprecisioni.

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  3. Ciao Giovanni. Sono spunti interessanti i tuoi, e naturalmente credo abbiano più di un fondo di verità. La Turchia sta cercando indubbiamente di ritagliarsi uno spazio, ma capire qualche non é banale. Prima chiede l'ingresso nell'UME (rifiutato), poi però apre le ostilità vs la Siria, manovra assai sgradita alla Russia ma graditissima agli USA.

    Per conto mio più che un'alleanza sta cercando di costruirsi una forte identità autonoma, come ipotizzi anche tu nel secondo post.

    Tuttavia lo sdegno dei giovani turchi credo non abbia a che fare con questa strategia. Se potevo in un primo momento sospettare fossero eterodiretti, lettere come questa mi fanno credere che la loro rabbia sia autentica e trovo di buon auspicio per la Turchia stessa.

    "Io la vedo come l'esplosione della mia generazione che è in contatto col resto del mondo: sono pensatori liberi e progressisti che non ne possono più della situazione attuale."

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