Ritengo che lo scopo di ogni attivista dovrebbe essere lavorare duramente per aggregare consapevolezza e consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude.
La massa critica contro l'ordoliberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD, da altri apostrofati come "collaborazionisti da distruggere", sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

giovedì 18 dicembre 2014

In diretta dall'Ade...Delle borsiti e del come uscirne PIU' FORTI


Tanto gentile e tanto onesta pare
La fisioterapia mia quand'altri saluta...
Buona sera e buon allenamento a tutti.
 
Come alcuni di voi sapranno, nei primi di settembre 2014, in conseguenza di alcune leve subite in allenamento a jujitsu brasiliano e jeet kune do, ho sofferto di un fastidioso infortunio alla spalla sinistra. Una borsite con versamento di liquido sinoviale nell’acromion. Inutilmente ho tentato di allenarmi con criterio e alleggerire carichi e quant'altro, la cosa é peggiorata sino a dovermi quasi fermare, almeno in tutte le mie attività marziali che comportino leve a quella spalla, oltre che naturalmente, nella pesistica. Su consiglio del mio fisioterapista Emilio Belletto, ho intrapreso perciò un percorso di fisioterapia presso la clinica Maria Ausiliatrice che mi ha fatto scoprire molte cose del mio corpo, cose che vorrei condividere perché possono essere utili a chiunque subisca simili infortuni, peraltro molto comuni.  Cominciamo dalla teoria.

mercoledì 10 dicembre 2014

JEET KUNE DO: Insegnamento, pratica, evoluzione

JEET KUNE DO: Insegnamento, pratica, evoluzione
Walk on!
Buon giorno e buona pratica a tutti.
 
L'urgenza del problema della crescente arroganza disinformativa e relativa pericolosa salita del consenso leghista mi ha spinto a scrivere questo post, che a quanto pare ha avuto reazioni positive tra i più, e prevedibilmente negative tra i fanboy. Pertanto, vista l'accoglienza, con l'amico Lucio di Gaetano abbiamo deciso di ribattere il ferro caldo, e siamo usciti sul Fatto Quotidiano con questo pezzo scritto a quattro mani, similare nei contenuti e nel rigore analitico, ma complementare al precedente. Ve ne consiglio senz'altro la lettura.
 
Ora finalmente posso tornare ad occuparmi dei sacrosanti affaracci miei, e vi annuncio pertanto una grande soddisfazione.
 
Il 23 Novembre, al seminario di Jeet Kune Do di Venaria Reale, é stato ufficialmente presentato il mio primo lavoro letterario in solitaria come autore. Si intitola:
 
JEET KUNE DO: Insegnamento, pratica, evoluzione

martedì 25 novembre 2014

Leghistiiii...Dico a voiiii...



Perché la Lega ha stravinto? Io ho una teoria...
Buon giorno a QUASI tutti.
Dopo questo post alcuni là fuori desidereranno che rimanessi nell'Ade. E invece NO!
 
Perchè roba come questa non può passare sotto silenzio. Lega Nord al 30% in Toscana alle elezioni regionali? Seriamente? Nella roccaforte dei radical chic piddini? Qui c'é qualcosa che non va e SO cos'é (vedi figura).

Forse la mia fiducia nell'umanità è ancora troppa, perché non pensavo davvero che la propaganda xenofoba, populista e disinformatrice dell'amicone di Casapound Salvini potesse tanto. E pensavo di non dovermi preoccupare oltremisura del fatto che nell'ambiente antisistema si stiano moltiplicando ad occhio le simpatie e i voti per la Lega, in nome di un ben noto adagio messo in giro da un ben noto economista secondo cui "chi vuole uscire da un progetto fascista come l'euro supererebbe a sinistra anche Marx redivivo e pertanto va votato". Si beh, forse non diceva proprio così, ma mi perdonerete, ero nell'Ade e mi sarò perso qualche pezzo...

giovedì 20 novembre 2014

Torno dall'Ade unicamente per consegnare un appello agli amici pentastellati...

"...e chi lo farà non se ne pentirà, perché non ne avrà il tempo..."
Buon giorno e buon ritorno dall'Ade a tutti.
 
Beh si, sono tornato dall'Ade. Era tempo. Ma come Orfeo mi sono voltato indietro e temo di aver perso per sempre qualcuno (più di uno...) per strada. E questo mi ha distrutto dentro più di quanto normalmente sarei disposto ad ammettere dall'alto del mio marzialissimo snobismo sabaudo.
 
Quindi prima di scrivere serenamente qualcosa che potesse essere davvero d'aiuto a qualcuno, ho dovuto anzitutto attendere di recuperare lucidità, amor proprio e stabilità. Avrei volentieri atteso ancora un poco, tra allenamenti marziali, studi, dure fisioterapie di recupero per la mia spalla, e l'aiuto degli amici e dei parenti, ma tanto poté quell'imbelle di Peppe che pervicacemente intende dare il suo bel contributo alla devastazione dell'Italia: l'oscenissimo e pericolosissimo Referendum sull'euro, di cui é stata annunciata in Gazzetta Ufficiale l'imminente raccolta firme.
 
Rompo perciò il mio silenzio di questi mesi per rivolgermi con ansia e urgenza agli amici pentastellati.

mercoledì 20 agosto 2014

Uniti per l'Ucraina!

La popolazione si protegge nelle cantine dal bombardamento di Donetsk, 19 agosto
(fonte RT.com)
Buon giorno a tutti!
 
Ci sono buone notizie per chi a Torino voglia fare un po' di serio attivismo. Ieri a Torino in Piazza XVIII Dicembre abbiamo avuto il consueto incontro in sala da the con amici vecchi e nuovi
 
Le associazioni di attivisti Ri-Costituzione Torino (associata a Riscossa Italiana), Indipendenza Torino e Centro Iniziative per la Verità e la Giustizia (CIVG), organizzano una serata divulgativa aperta al pubblico che speriamo sia la prima di un certo numero.

mercoledì 9 luglio 2014

Aperte le iscrizioni a Riscossa Italiana!

Riscossa non lascerà indietro nessuno :)
Ciao a  tutti!

Nel post precedente ho annunciato l'incontro inaugurale di Riscossa Italiana e la proiezione in esclusiva del documentario dei Dalmata "Il più grande successo dell'euro".

venerdì 27 giugno 2014

Tutti al mareee...Tutti al mareee... ;)

La sobria sede viareggina dell'esordio ufficiale di Riscossa Italiana
Buon giorno e buon week end a tutti!

Qui avevamo parlato della nascita di Riscossa Italiana e dell'ultimo incontro divulgativo che avevamo in programma noi di Ri-Costituzione con gli amici di Indipendenza.

L'incontro c'é stato, ieri sera al circolo arci Maché di Torino cui vanno i nostri ringraziamenti come sempre. Ha toccato temi di cui ho parlato qui sul blog proprio nell'ultimo post, insieme con la presentazione ai presenti da parte mia del progetto di Riscossa e un'interessante panoramica sull'esito delle elezioni europee in tutta la UE da parte di Dario Romeo, unitamente alle implicazioni del caso ucraino su tutta la nostra politica e società.

venerdì 20 giugno 2014

E dopo le elezioni... é il momento per la Riscossa! :)


"Oh no, sei in una magnifica posizione:
non puoi scendere più in basso di così, puoi soltanto salire!"
(Merlino, la Spada nella Roccia)

Buon giorno e buona Ri-Costituzione a tutti :)
 
Il tempo é poco e ci sono alcune buone notizie, dopo il plebiscito pro-PD delle ultime consultazione europee, che come ampiamente previsto in sedi come questa, non é stato minimamente scalfito dall'"astensionismo di protesta" di certuni, pur avendo avuto un dato vicino al 50%. In effetti le condizioni per gli italiani continuano a peggiorare in conseguenza dei provvedimenti dei precedenti governi Berlusconi-Monti, e anche le recenti velleitarie richieste del M5S di essere un interlocutore del governo per riforma elettorale e del titolo V della Costituzione sono cadute nel vuoto. Motivo? C'é una roadmap ben definita che prevede il rispetto del patto PD-Berlusconi, il M5S non é rilevante. Storia vecchia, del tutto prevedibile. Le testate italiane sono unanimi nel dare per certe le riforme. Nulla di buono.
 
In questo contesto, con l'attenzione dei cittadini sparpagliata fra estate in arrivo, mondiali di calcio e scandali di cronaca nera come gli sviluppi sull'omicidio di Yara Gambirasio e le solite dichiarazioni di Berlusconi contro la magistratura, cosa sta tentando di fare la piccola associazione Ri-Costituzione?

lunedì 26 maggio 2014

Faccio davvero fatica...




Astensione primo partito ovunque in UE.
...ad articolare un commento che sia uno oggi. Dura mantenere anche solo la lucidità e l'energia necessaria.

Beh, pur di continuare la battaglia contro l'astensione dal voto ho abbandonato la mia posizione in ARS. E a quanto pare feci bene. La sfiducia per il parlamento UE é infatti in crescita ovunque, in Italia sono andati a votare il 57,22% degli aventi diritto. Pochi, specie se paragonati al 2009, quando votarono il 66,5% degli italiani. Il calo è quindi pari a circa 8 punti percentuali, anche se c’è da dire che cinque anni fa si votava nell’arco di 48 ore. Ora, non sto a sottolineare quanto sia grave questo dato. Era prevedibile, e andava contrastato ad ogni costo, l'ho già sottolineato nell'ultimo post. Però anche qualora la pazienza degli attivisti e dei cittadini che condividono questa mia preoccupazione avesse avuto successo, non sarebbe cambiato molto. Il 41% del PD é più simile ad una Waterloo che ad una battuta d'arresto, per tutto il movimento eterogeneo ma numeroso che punta al recupero della sovranità e con essa della democrazia costituzionale.

Un simile risultato impone un'amara riflessione sul futuro di tutto questo movimento e sulle sue possibilità e scelte future, che vada ben al di là del demenziale #vinceremopoi o delle prevedibili accuse di collusione, mediocrità e scarsa alfabetizzazione dell'elettorato italiano, che oltre che ingenerose e miopi aggiungono altre righe al copione qualunquista dell'anti-italiano. Non se ne sente davvero il bisogno. Offro perciò un po' di riflessioni sulla questione. Intanto consiglio un'occhiata a questa infografica in cui potete vedere i flussi che hanno orginato questa distribuzione di voto.
  1. Ho consigliato di votare FDI, e FDI non ha superato lo sbarramento del 4%. Di ciò mi dispiaccio, ma paga una campagna elettorale tardiva che solo nelle fasi conclusive si é fatta chiara e trasparente, nonché la scelta di non candidare il professor AM Rinaldi, che avrebbe dato credibilità a tutta l'iniziativa e avrebbe conquistato molti voti, specie al sud. Un vero peccato.
  2. La vittoria di Renzi mi rende assolutamente chiaro ormai che sincerità e onestà non sono necessariamente paganti in politica, anzi, possono essere addirittura controproducenti se il messaggio elettorale non é comunicato con chiarezza. Renzi é probabilmente il premier con il più alto tasso di menzogne conclamate che mi ricordi, Berlusconi incluso, e ha comunque sbancato. Troppo comodo derubricare tutto ciò al voto di scambio per gli 80 euro. La comunicazione renziana, agevolata dal monopolio dei media e dalla sua posizione di leadership, é stata estremamente efficace e lineare. Il controllo dei media é tutto in campagna elettorale. Una verità nota almeno dal 1994. Con buona pace di chi pensa che dal basso si possano fare cose, gesti eclatanti, etc... Un'altra grossa parte di voti é arrivata da Scelta Europea di Monti-Boldrin, formazione assolutamente invotabile e non pervenuta in campagna elettorale, che però era accreditata di un 10% di preferenze alle ultime consultazioni, ora confluito in ottima parte nel PD.
  3. E' una falsità conclamata che il solo dichiararsi espressamente no-euro sarebbe stato punito dagli elettori, come sosteneva mezzo M5S. La prova é Salvini e il successo della sua campagna. Non solo è il candidato che ha ottenuto più preferenze in assoluto in Italia con 331.381 voti, ma la Lega é resuscitata con il 6.5% di preferenze. Peccato per il prof. Borghi che non é stato eletto, la Lega manderà invece Borghezio, Fontana e Buonanno. Notevole il caso di Borghezio, eletto grazie ai voti di CASAPOUND... Mi sento già più al sicuro e oltremodo felice di non aver consigliato di votare questi cialtroni ingrati che han cestinato il professore dopo averlo sfruttato.
  4. Come Berlusconi ebbe successo nel promettere l'abolizione dell'IMU (per poi riproporla con gli interessi ribattezzandola, gli 80 euro veri o presunti che fossero hanno ottenuto un successo epocale. Certo, soggetti come il M5S hanno proposto il reddito di cittadinanza, ma conoscete il detto che comincia con "meglio un uovo oggi"? E soprattutto, come al solito, meglio un uovo oggi in arrivo da chi é al governo ORA che una gallina domani che arriverà a condizione che si compia la "rivoluzione culturale" e che il M5S prenda il 51%...e magari che venga proposto un referendum!
  5. L'Italia si riconferma un paese a maggioranza moderata, con forti tendenze democristiane. E Renzi (o meglio, i suoi spin doctor) lo sanno bene. Infatti, la comunicazione del PD é stata semplice, consolante, MODERATA e mai insultante, laddove é stato lasciato all'alleato e ispiratore Berlusconi il ruolo di castigatore dei rivali. Ricordiamo il (ridicolo) paragone Grillo-Hitler in arrivo da Arcore. In generale la campagna di FI é stata ssolutamente blanda e poco efficace, tranne su un punto. L'endorsement esplicito al PD e gli attacchi al M5S. Una fetta notevole di elettorato si é pertanto spostata da una riva all'altra senza problemi. Per contro, la radicalità urlata del M5S non ha pagato affatto, e anzi questa campagna fatta di feroci contrapposizioni e l'ambiguità su temi anche delicatissimi ha confuso gli elettori, che letteralmente non sapevano a che santo votarsi. Menchemeno avrebbero affidato il proprio futuro a scelte aleatorie comprendenti improbabili iter referendari su un tema come l'euro che ha subito ogni sorta di terrorismo informativo. A proposito, il referendum c'é stato ieri, e l'esito é che poco meno del 90% dei votanti vuole l'euro e tutto ciò che comporta. Soddisfatti?
  6. In periodo di crisi specialmente, ciò che paga é la garanzia di stabilità di governo. Si pensava che il PD avrebbe pagato i recenti scandali Expo e il patto con il PDL, e invece é stato punito il PDL, ora diviso e in chiarissimo declino, e premiato il governo. Ciò indica chiaramente che, per quanto "discutibile" sia stata la vicinanza "morale" del PD a certi soggetti pluriinquisiti, e per quanto pessime siano state le sue scelte politiche, gli elettori hanno premiato la sicurezza, la stabilità, il pragmatismo renziano che gli ha consentito di governare laddove altri hanno traballato o hanno fallito. Il pragmatismo renziano é stato di gran lunga preferito anche alla radicalità urlata e al cerchiobottismo ondivago grillesco, e questo spero sia di insegnamento a chi di dovere.
  7. Questo dovrebbe dare la proporzione delle responsabilità del M5S. Dopo l'ottimo risultato ottenuto alle ultime politiche, la gente ha ormai capito che la loro posizione radicale e isolata é del tutto irrilevante a livello pratico, poiché condanna all'inutilità. Ovvio, in un contesto dove la gente vuole soluzioni urgenti, rivolgersi ad altri. La punizione degli elettori é stata durissima anche a livello regionale. In Piemonte Chiamparino e il PD, autori di politiche discutibilissime e avendo appoggiato i vituperati TAV, inceneritori, teleriscaldamenti, grattacieli etc, sono vicini al CINQUANTA per cento. Peggio ancora, il Movimento non solo ha convinto un numero elevatissimo di persone che non ci fosse alternativa a questo radicalismo isolante, azzerando il voto di milioni di persone con la retorica fascistoide accordo=inciucio, ma ha poi dimostrato la sua fallacia pratica, il che a mio modo di vedere é la causa prima dell'astensionismo e della crescente sfiducia nell'attività politica che sto vedendo. Il M5S deve fare autocritica per non perdersi, ma dal blog a quanto pare Grillo preferisce dare la colpa all'anzianità della popolazione, contando in una vittoria futura. Anche questa mancanza di autocritica e pragmatismo sarà duramente punita, ne sono convinto. Ed é un BENE. Auspico che la scoppola ricevuta induca il Movimento a rivedere comunicazione e strategia e a dotarsi dell'organizzazione e degli strumenti di democrazia indispensabili alla sua sopravvivenza anche indipendentemente da Grillo e Casaleggio. E forse si apriranno spazi per fare vera politica, come lo stesso Renzi ha richiesto oggi. Del resto, un'Italia piddina pungolata dall'onestà dei pentastellati é per ora il massimo che possiamo permetterci, laddove in Francia e UK Le Pen e Farage stanno dettando e detteranno agende ben diverse. Noi restiamo allineati con la politica tedesca e la sua volontà di egemonia europea. Basterebbe ricordare le passate esperienze in proposito per farsi venire i brividi.
  8. Sono lieto dell'affermazione italiana ed europea di Tsipras che, nonostante non sia affatto anticapitalista, sposterà quantomeno il dibattito europeo verso posizioni più riformiste. Purtroppo in parlamento UE non cambierà molto. Di fatto, la coalizione conservatrice ha prevalso, e le forze eurocritiche, con tutte le loro divisioni, avranno vita difficile nel formare un'alternativa compatta e credibile che possa influenzare le scelte della futura coalizione PPE-PSE, che dati alla mano potrebbe vedere Junker (sic!) presidente di Commissione. Si spera che i sommovimenti politici a livello nazionale saranno più rilevanti e spingano la UE a rivedere le carte, ma nulla fa supporre che accada velocemente. Peraltro, i mercati non hanno assolutamente punito la Francia della Le Pen. Ottimisticamente si potrebbe arguire che sono impotenti, pessimisticamente si potrebbe arguire che valutano impossibile una crisi dell'UME causata dalla Francia. Il che é molto più inquietante.
Concludendo, penso sia necessaria anche per noi attivisti una profonda correzione di rotta, specialmente una nuova chiave di lettura sulle necessità e la psicologia dell'elettorato e dei movimenti che ci proponiamo di influenzare. L'anomalia Italiana in tal senso, rispetto al resto dell'UE, é evidente. E no, non penso che il PD, con tutti questi vantaggi tattici, possa mai fare la fine del PASOK anche in caso di grave peggioramento della crisi economica. Non ne vedo le condizioni. Creare un'alternativa politica sarà anche più difficile. Sarà dura.

PS. Contrariamente ad alcuni altri commentatori, penso che Renzi non giudicherà necessario capitalizzare il consenso in Italia con nuove elezioni. Infatti, si trova GIA' in posizione di assoluta egemonia, e anche i suoi alleati sono sotto ricatto elettorale, con la prospettiva di vedersi ridotti ad uno zero in caso di ricorso alle urne. Obbediranno senza fiatare, al netto del solito stucchevole gioco delle parti. Temo proprio che ci rivedremo nel 2018.

Ci vediamo in mischia.
Mattia C



venerdì 23 maggio 2014

Le europee incombono. Non vi sottraete!

Ora e sempre
Buon giorno a tutti.
Diversamente dal solito, non parlo di fronti e battaglie, é il momento di tirare il fiato e seppellire temporaneamente l'ascia di guerra. Per concentrarsi sul voto imminente.

Come saprete conduco da sempre una mia personale battaglia contro l'astensione, che alla fine mi ha portato ad allontanarmi dal direttivo di ARS e in generale mi ha posto in contrasto con chi va sostenendo che essendo l'UE un sistema antidemocratico e iniquo e che il parlamento UE non abbia tutto il potere che sarebbe necessario (cose verissime) ALLORA recarsi alle urne equivale a legittimarlo o comunque a perdere tempo. Richiamando nell'operazione una retorica del tipo "un voto dato sotto un regime nazista é legittimante dello stesso e al limite denota collaborazionismo".

Concordo sulla premessa, dissento dalla FOLLIA della conclusione. Io voterò e invito tutti ad andare a votare, ignorando la propaganda astensionista di chi ormai é scoraggiato e sfiduciato nel normale processo democratico e invita a rivoluzioni più o meno farlocche e altrettanto inconcludenti. E ignorando pure chi sostiene che il voto sarebbe un "atto deresponsabilizzante che impedisce l'impegno politico concreto". L'attività mia e dell'associazione Ri-Costituzione in cui milito, voto o meno, dovrebbe dimostrare già da sola il contrario e chiarire quanto questa posizione sia meramente strumentale. Solo perché la matita con cui andrò a votare é spuntata, non vuol dire che rinuncerò ad usarla. Chi me l'ha messa in mano ha pagato col sangue.

mercoledì 7 maggio 2014

Seminario torinese di Original JKD del 15/6/2014: aderite numerosi!

Walk on!
Buon giorno a tutti, qualunque fronte stiate calcando.

Come avevo preannunciato qui, la SCSA - Street Combat System Association, diretta dal sifu Matteo Stella annuncia un seminario di Jun Fan Jeet Kune Do, Ju Jitsu e difesa personale per il mese di Giugno 2014. La data e il luogo sono state fissate ufficialmente.

Il seminario si terrà domenica 15 giugno 2014 presso la scuola elementare Rigola di via Gaetano Amati 134 a Venaria Reale (TO).

Nota: occorre entrare a piedi nell'interno cortile della scuola elementare (il seminario é nella palestra della scuola)
Il ritrovo é fissato per le ore 9, la durata prevista é di 6 ore circa con interruzione per pausa pranzo. Orientativamente la conclusione é prevista per le ore 16.

La partecipazione é aperta a praticanti di qualunque stile e anche a principianti o neofiti, nell'ottica della migliore divulgazione dell'arte marziale. Per chi ne fosse provvisto, l'equipaggiamento facoltativo che consigliamo di portare é guanti, paratibie e paradenti. Si avvisano gli iscritti che non é possibile filmare l'evento.

Costo: 25 euro, pagabili il giorno stesso, con rilascio di attestato nominativo di partecipazione da parte del maestro.

Fondamentale segnalarci in anticipo (ma senza alcun impegno) il vostro interesse, per preparare in anticipo i diplomi. Basta una mail, una telefonata o la semplice indicazione di partecipazione all'evento Facebook.

Per domande e iscrizioni, potete contattarci all'indirizzo scsa@libero.it o al numero di telefono 3475164186.

Sito ufficiale della SCSA:
http://nationaljkd.com/index.htm

Vi consiglio di visionare i filmati di questa sezione del sito, che vi daranno un'idea di alcune delle tecniche che verranno illustrate al seminario. Partecipate numerosi!

PS. Quanto qui esposto é da considerarsi definitivo. Eventuali variazioni vi verranno prontamente comunicate.

Ci vediamo (davvero) in mischia questa volta!
Mattia C






martedì 6 maggio 2014

Ri-Costituzione incontra SEL a Torino

NontiscordardiMEME :)
Buon giorno a tutti qualunque fronte calchiate.

La piccola associazione Ri-Costituzione sta muovendo i suoi primi passi. Dopo i primi due incontri con Indipendenza di cui vi ho accennato nei post precedenti, stiamo per confrontarci con una forza politica affermata. Si tratta di SEL, che ci ha chiesto consulenza sui nostri temi principali, ovvero rapporto tra Costituzione e trattati europei e cause della crisi economica.

Abbiamo pianificato due incontri, il primo dei quali sarà Venerdì nove maggio alle ore 18 a Torino presso il circolo culturale A.Banfo in via Cervino Zero (sede di SEL e del PD). Tenteremo di sensibilizzare la platea su questi temi con l'aiuto del nostro amico Antonino Martino, candidato indipendente alle prossime elezioni regionali piemontesi. L'ingresso é gratuito e libero a tutti, siete invitati a venire a trovarci!

L'incontro successivo sarà probabilmente Giovedì 15 maggio, sempre a Torino. Si parlerà dei problemi delle economie locali colpite dalla crisi, con cenni a soluzioni come la moneta complementare. Vi terremo informati sulle variazioni di orario

Speriamo che questa possa essere l'inizio di una lunga serie di incontri divulgativi. Non ci tiriamo indietro e parliamo con tutti :)

PS. La Street Combat System Association (SCSA) di cui faccio parte sotto la tutela del sifu Matteo Stella organizza un seminario di Original Jeet Kune Do, Ju Jutsu e difesa personale per metà giugno in zona Torino, aperto a tutti i livelli di pratica marziale, principianti inclusi. Non possiamo ancora fornire data e luogo, che dipenderanno dal numero delle adesioni. Per ora posso anticiparvi che sarà una domenica, durerà approssimativamente 6 ore (con pausa pranzo) e il costo approssimativo si aggirerà sulle 25 euro, pagabili sul posto. Per informazioni e iscrizioni, telefonate al numero 3475164186 o inviate una mail all'indirizzo scsa@libero.it. Garantisco sul livello tecnico e umano dei partecipanti! Walk on!

Ci vediamo in mischia
Mattia C




giovedì 17 aprile 2014

Dal Fiscal Compact all'European Redemption Fund: ci servirà una Ri-Costituzione!


Yohoho! Un nuovo esordio ufficiale per noi!
Buon giorno a tutti, qualunque fronte stiate calcando.
 
Intanto una buona notizia per chi mi segue e voglia dare una mano a me e al gruppo piemontese di cui faccio parte con la divulgazione sui temi economico-costituzionali. Abbiamo deciso di creare un'associazione di volontariato apolitica e apartitica per la protezione e l'implementazione della Costituzione della Repubblica Italiana. Essa si chiama "Ri-Costituzione" e il suo scopo sarà fare corretta informazione su quanto la disaffezione e la non applicazione del testo costituzionale sia stato cruciale nel determinare i problemi dell'Italia. Siamo pochi ma abbiamo compentenze variegate e di livello, con cui speriamo di attivare il dibattito in tutti i soggetti politici e  non che vorranno darci ascolto, oltre che con rappresentanti sindacali e delle PMI locali. Ci stiamo attivando anche per collaborazioni radiofoniche con emittenti locali e non.
 
Simili inziative sono in corso ad es. a Genova (associazione LIRE) e altrove. Speriamo che questo modello di azione, che per ora sta dando buoni frutti, possa essere esportato ovunque, nel lungo percorso che ci separa dalla possibilità di creare una risposta politica di massa contro l'ordoliberismo imperante. Ma stante che il fuoco si fa con la legna che si ha e che la scelta di fare politica attiva, dal basso o dall'alto che sia, chiude immediatamente molte porte per faziosità percepita e campanilismo dell'uditorio, questa ci é sembrata la soluzione migliore per diffondere senza preconcetti.
 
La nostra prima uscita sarà la settimana prossima, sempre con gli amici di Indipendenza, mercoledì 23 aprile 2014 ore 21 al Circolo Arci Maché in via della Consolata 9g a Torino. In questa occasione cergeremo di dare consigli orientativi all'uditorio sull'offerta politica attualmente disponibile e come essa si rapporti al problema dell'eurosistema e dell'ordoliberismo.
 
Intervenite numerosi e... Ogni aiuto é ben accetto. Più siamo, più siamo efficaci :)
 
A proposito di divulgazione, posto qui il pezzo che ho scritto sull'osceno ERF, che ad oggi, se venisse applicato, sarebbe una minaccia oltremodo credibile a ciò che resta della nostra sovranità. Presto ne parlerò a Reset Radio con l'amico Lucio di Gaetano. Enjoy! 


Fiscal Compact, Six Pack e European Redemption Fund (ERF)

Anzitutto, per chi ancora non lo sapesse (MALE!!!) cosa diavolo è il Fiscal Compact?
Il Trattato sulla Stabilità o Fiscal Compact è il trattato europeo firmato nel 2012 che, insieme con il Six Pack, in teoria porterebbe ad un coordinamento delle politiche economiche e a migliorare la governance dell’eurozona. Le nuove regole prevedono che i paesi UE s’impegnino ad avere il deficit sostanzialmente in equilibrio, con un valore massimo dello 0,5% tendenziale rispetto al PIL, e questa “regola d’oro” ha assunto la forma di una legge costituzionale o equivalente in tutta l’UE. In Italia (unico caso fra i 25 firmatari) é stata recepita direttamente dall’art. 81 Costituzione, nuova formulazione. La Corte di giustizia UE si occuperà di vegliare sulla corretta trasposizione di questa norma, mentre in caso di mancato rispetto questa potrà anche imporre multe pari allo 0,1% del PIL, nel caso dell’Italia pari a 1.6 miliardi di euro circa quindi. Vale la pena sottolineare che il trattato é valido per qualunque paese UE l’abbia firmato, ma solo per i paesi aderenti all’UME é prevista sanzione in caso di infrazione. 
In soldoni, stante che il deficit italiano attuale é sul 3% del PIL, per ridurlo a 0.5% dovremmo introdurre una manovra fiscale di 2.5 punti di PIL, pari a circa 40 miliardi di euro. Se poi volessimo simulare l’entità delle risorse necessarie per soddisfare la riduzione dell’eccedenza del debito così come previsto dal Six Pack e tenendo conto dei dati previsionali forniti dal FMI sulla dinamica del debito e del PIL italiani nel 2014 e 2015, dovremmo reperire altri 38,4 miliardi di euro (stima del prof. Antonio Maria Rinaldi), ma a conti fatti potrebbero essere molti di più, perché le elaborazioni che in genere fornisce il FMI sulla crescita si sono rivelate essere sempre troppo ottimistiche e non veritiere. Mai quanto il DEF del governo Renzi, ma ci siamo capiti.


Dove devo firmare per pagare la multa?

 
Da quando partirebbe l’esborso? La cosa non é certa, ma piovono interpretazioni: nei gineprai dei regolamenti europei ne spunta uno, il 1467/97 e successivi, che prevede che uno Stato membro, soggetto precedentemente a una procedura per disavanzi eccessivi, soddisfi i requisiti per un triennio a decorrere dalla correzione. Pertanto, essendo stata chiusa la procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia il 29/5/2013, secondo l’interpretazione della Banca d’Italia dovrebbe scattare dal 2015, a tre anni giusti dall’inizio della manovra correttiva avvenuta nel 2012, mentre per il Ministero dell’Economia dal 2016, poiché considera invece la chiusura della procedura d’infrazione del maggio 2013. Visto il recente DEF del governo Renzi e le sue discutibili prospezioni, é lecito comunque aspettarsi una convergenza graduale nel tempo verso l’obbiettivo. Detto fatto, il parlamento ha appena approvato lo slittamento al 2016 dell'introduzione in Costituzione del pareggio di bilancio. Hanno votato contro Lega e M5S, e questo spero faccia riflettere molto gli elettori dell'uno e dell'altro schieramento sulla rispettiva coerenza e criterio.
 
Non é pertanto un mistero ma un semplice conto della serva che, stante che trovare i 40 miliardi annui necessari all’azzeramento del rapporto deficit/pil e gli altri circa 40 miliardi annui per pagare un ventesimo della differenza fra il nostro debito attuale e la soglia tanto fatidica quando priva di senso economico del 60% sia del tutto impossibile, molti commentatori me incluso avevano suggerito di ignorare almeno il Fiscal Compact e rassegnarsi a pagare la multa di 1.6 miliardi, ben più sostenibile per le finanze italiane che diversamente sono destinate al crack greco. Lo stess

Ora, lasciamo un attimo (ma solo un attimo) da parte il fatto che, stando al parere del decano dei costituzionalisti italiani, prof. Giuseppe Guarino, l’intero impianto del Fiscal Compact sia illegittimo, in quanto lo stesso testo precisa che si applica se non in contrasto con altri Trattati su cui si fonda l’Unione Europea (art.2) mentre questi ultimi specificano chiaramente che il limite dell’indebitamento è del 3% (art. 104 c di Maastricht e art.126 di Lisbona) e non lo 0% come invece recita l’art. 3, n.1, lett.a del Trattato in questione.

In generale, la consapevolezza in Italia e UE che il rispetto pedissequo del Fiscal Compact non sia sostenibile matematicamente per le finanze di alcuno stato (Germania inclusa) si sta diffondendo rapidamente. Dunque, il mantra di quasi tutti i politici, compreso il liberista Matteo Renzi, in vista delle elezioni europee del 25 maggio prossimo è “ridiscutere i Trattati”. Come? Non si sa. In base a quali criteri? Non pervenuto. Negoziando con chi? Buio pesto. L’unica certezza è che si vorrebbero ridiscutere i Trattati, incluso il Fiscal compact, il simpatico regalino che l’UE ci ha imposto quando il nostro spread volava alto e la BCE, che singolarmente pare aver capito che il problema base di questa crisi é dato dalla finanza privata e NON pubblica, ci scriveva letterine che di fatto condanneranno l’Italia a tassi di crescita frazionali per i prossimi vent’anni.

Al netto del fatto che oggi si sentano lanciare strali contro quel vincolo europeo proprio da chi l’ha votato in Parlamento senza battere ciglio, vorrei dirvi chiaramente una cosa sola: non si può ridiscutere alcun Trattato. O si esce dall’euro o arriva un evento stile 2008 che fa sospendere le follie europee dalla loro entrata in vigore oppure il dado è tratto. Non c’è proprio nulla che si possa ridiscutere. D’altronde, è l’Europa a ripetercelo a ogni piè sospinto, e il diritto internazionale lo conferma. Stante che i trattati internazionali non sono che la cristallizzazione di precisi rapporti di forza in essere tra le parti contraenti, indebolire la nostra posizione di forza indebitandoci, privatizzando gli asset strategici del nostro stato e attenendoci più di ogni altro anche ai provvedimenti più insensati non può che indebolire ulteriormente anche la nostra posizione contrattuale. Segnaliamo a tal proposito l’opera di divulgazione del presidente di sezione del Consiglio di stato Luciano Barra Caracciolo, autore dell’esaustivo saggio Euro e(o) democrazia costituzionale.

Recentemente, ad esempio, il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem (ovvero colui che ha istituzionalizzato il “modello Cipro” per le future ristrutturazioni dei bilanci bancari, scelta oggi confermata dal parlamento UE), ha ribadito che «l’Italia deve pensare a fare le riforme, piuttosto che invocare lo sforamento dei vincoli di bilancio richiesti a livello comunitario, per tornare competitiva e dare un impulso all’intero recupero economico del Vecchio Continente». Inoltre, a sua detta «è troppo presto per dare una valutazione delle riforme annunciate dall’Italia, che verranno discusse nell’ambito della valutazione complessiva. Ma le raccomando, come a tutti, di attenersi agli accordi e alle procedure». Più chiaro di così. Vale la pena ricordare comunque che anche qualora riuscissimo ad alleggerire tali vincoli di bilancio, questo non migliorerebbe la nostra situazione economica nell’eurosistema. Infatti, in condizione di inferiorità competitiva strutturale in cui ora siamo e impossibilitati ad investimenti produttivi, in ricerca e sviluppo e occupazionali, una maggiore ricchezza privata verrebbe spesa sicuramente in prodotti esteri, aumentando l’indebitamento estero privato che é la vera causa della crisi. Consiglio a riguardo questo mio post.

Tale rigore non sembra altrettanto chiaro per paesi come la Francia (e Spagna), sinora puntualissime nel NON rispettare tali vincoli. Illustri economisti d’oltralpe come Jacques Sapir e Brigitte Granville, sono assolutamente convinti che la Francia continuerà a non rispettare i parametri europei, specialmente questo, forte del suo potere negoziale in UE, pena un terremoto politico interno che potrebbe provocare la caduta del governo Hollande a vantaggio delle forze euroscettiche dietro Marine Le Pen. Prospettiva che giustamente viene ritenuta rischiosa per la tenuta dell’intera Eurozona.

E oggi che i partiti vi chiedono il loro voto per le europee, è il caso che sappiate come sono andate davvero le cose e quale follia la quasi totalità dei nostri eurodeputati oggi a fine mandato, ma determinati ad ottenerne un altro, ha approvato con il proprio sì pronunciato a Bruxelles, nell’ottica di costringere anche i più recalcitranti a rispettare questi vincoli di bilancio. Occorre però fare un passo indietro di quasi due anni e arrivare al 13 giugno del 2012, giorno in cui il Parlamento europeo ha approvato il regolamento per rafforzare la “governance” dell’Unione, con due risoluzioni.

La prima (Gauzes, dal nome del relatore), approvata con il 73% dei voti favorevoli, ha sancito il principio di assoggettamento a tutela giuridica di uno Stato membro a partire dall’anno 2017. Ovvero, tanto per parlare non burocratese, i governi dei vari Stati membri metteranno in pratica le misure raccomandate dalle istituzioni europee, i famosi “compiti a casa”, e dovranno poi presentare alla Commissione un piano di ripresa e di liquidazione dei debiti per ottenere il via libera: di fatto, i governi nazionali dovranno soltanto limitarsi a fare ciò che l’Europa dice loro, non conteranno più niente. Have a nice day.

C’è poi la seconda risoluzione (Ferriera, sempre dal nome del relatore), approvata con il 74% dei voti favorevoli, la quale introduce il fondo ERF, ovvero European redemption fund, anche noto come Debt Redemption Fund. Sorvoliamo sul fastidioso richiamo biblico alla redenzione dal peccato, certamente correlato al fatto che in tedesco debito si scriva shuld (colpa). Cosa comporta questo? È l’ennesimo fondo salva-Stati che l’Italia dovrà finanziare senza, di fatto, poterne beneficiare in caso di necessità perché “troppo grande per essere salvata”? No, è peggio.


Redenzione? Che c'azzecca LUI?


Con la ratifica di questo accordo, gli Stati membri accettano di far rilevare da tale fondo gli importi di debito pubblico superiori al 60% del Pil, in ossequio a quanto previsto dal Fiscal Compact, nell’arco di un periodo di avviamento di cinque anni, ad attuare una strategia di consolidamento di bilancio e un’agenda di riforme strutturali, a costituire “garanzie” per coprire adeguatamente i prestiti concessi e a ridurre i disavanzi strutturali

L’Italia, dall’alto del suo rapporto debito/PIL ora al 133%, dovrebbe partecipare al fondo con la quota maggiore (circa il 40% vedi grafico), ovvero con 1170 miliardi di euro, pari al 73% del PIL. Questa è approssimativamente, infatti, la cifra necessaria per riportare il debito pubblico al 60% del PIL.


Quote di debiti pubblici destinate all'ERF
Fonte: FMI, Bnp Paribas (dati 2013)
 

E questo cosa comporterà? Che per garantire quella cifra si dovrà cedere per circa 25 anni una frazione maggioritaria del gettito delle imposte, vendere una parte del patrimonio pubblico e dare in pegno pressoché tutte le riserve auree (circa 80 miliardi di euro di controvalore) e di valuta estera. E attenzione, in caso non si riescano a onorare i patti sottoscritti, ovvero a raggiungere i risultati richiesti in fatto di riduzione del debito, questo collaterale a garanzia andrà completamente perso, requisito dall’UE. 

Ora, la partecipazione a questo fondo non riguarderà solo i paesi cosiddetti “periferici” ma anche Austria e Germania che sono arrivate a una ratio debito/Pil di circa l’80% (vedi grafico), ma per quegli Stati la tagliola sarà evitata. Per noi no. D’altronde, chi ha formulato questa proposta per evitare che prendesse piede il processo di costituzione degli eurobond? Un gruppo di economisti del Consiglio tedesco di esperti economici (Sachverstaendigenrat). Shuld, dicevamo...

Vediamo di capire meglio il meccanismo. L’ERF potrà emettere obbligazioni con durata massima ventennale (arco temporale passato il quale il fondo verrà liquidato), per finanziarsi e tramutare i titoli nazionali in quelli con garanzia comune, emettendo sul mercato dei capitali una sorta di super eurobond dotato della tripla A, concessa dalle Agenzie di rating alle emissioni della UE. Tali titoli potranno verosimilmente godere di tassi più bassi rispetto a quelli di molti paesi “periferici” dell’UME. 

Già mi vedo la propaganda ordoliberista e i Ventotene boys strombazzare la conquista degli eurobond e della mutualizzazione del debito. C’é il trucco, ma che ne sa la gente? In pratica, i buoni di questo fondo saranno di anno in anno sempre minori e la differenza sarà appunto la quota di debito che ogni Stato sarà chiamato a ridurre. Una manovra del genere richiede ovviamente delle garanzie e quindi, a copertura del 20% del debito del fondo, saranno posti alcuni assets dello Stato, incluso l’oro della Banca d’Italia, proprio quello che con la ricapitalizzazione delle quote di Palazzo Koch voluta dall’ex premier Letta e garantita dalla “tagliola” della Boldrini, di fatto, temevamo potesse finire in mano alle banche. Ora il timore é ben più concreto. Altra copertura sarà circa l’8% delle entrate tributarie dei paesi aderenti, che di fatto saranno pignorate entro questa soglia. Nemmeno le partecipazioni statali di ENI, Finmeccanica, Poste, ENEL, etc sfuggiranno alla purga.

Un eventuale ritardo dei pagamenti farà scattare l’appropriazione dei beni in garanzia, con una logica da perfetto curatore fallimentare. Il fatto è che, calcoli alla mano, per ottemperare al trattato e non vedersi requisiti i beni dello Stato, l’Italia dovrà contribuire ogni anno con una quota di circa il 4% del PIL, la quale però non potrà essere ricavata da indebitamento ulteriore, poiché il livello del 60% deve rimanere tale. Ho ricordato in apertura che il vincolo di pareggio di bilancio é ormai espresso in Costituzione (nuovo art. 81, in vigore dal 2016). 
 
Percentuale di contribuzione degli stati membri all'ERF
Fonte: FMI, Bnp Paribas (dati 2013)

Da notare che all’Italia poi rimarrebbe sempre in carico il 60% del proprio debito (sempre in rapporto al PIL): questo debito diventerebbe di fatto subordinato al primo ed è quindi evidente che i tassi di interesse sui nuovi titoli emessi salirebbero invece di scendere, per la nota massima “Moneta buona scaccia la cattiva”! È probabile quindi che per servire il debito che rimarrebbe in carico direttamente al paese l’Italia dovrebbe, con tutta probabilità, spendere circa un altro 3-4% del proprio PIL.        

Ora, ci rendiamo conto quale tasso di crescita dovrebbe avere l’Italia per ottemperare a quel vincolo senza creare nuovo debito? Dovremmo viaggiare a una media di crescita nominale del Pil di oltre il 3%, con tasso d’inflazione almeno all’1,5% (che eroda l’onere del debito pubblico): insomma, dinamiche di oltre trent’anni fa, praticamente impossibili in un contesto, come quello attuale, di crescita negativa e quasi deflazione conclamata (l’ultimo tasso d’inflazione registrato é di un terribile 0.4%). Si dirà, da qui a tre anni la situazione sarà migliorata e si tornerà a dinamiche di crescita più sostenuta. Probabile, lo spero ma comunque l’Italia dovrebbe imbracciare un trend cinese per farcela, visto che il tutto, poi, va fatto dovendo tagliare per i prossimi vent’anni, in ossequio al Six Pack, 40 miliardi dal bilancio dello Stato.

Ma c’é una conseguenza ancora peggiore. In questo momento il nostro debito pubblico, anche se attualmente espresso in euro, ovvero di fatto valuta per noi estera in quanto impossibilitati ad emetterla nella Zecca di stato, almeno è ancora sotto la giurisdizione italiana. In caso di breakup dell’area euro, potremmo quindi applicare il principio della Lex Monetae previsto dagli artt.1277 e 1278 del nostro codice civile e rinominarlo in valuta nazionale, ovvero la nuova lira, la cui svalutazione ne alleggerirebbe il peso. Con la conversione in emissioni comuni (eurobond), l’eccedenza di debito sarebbe coperta dalla giurisdizione internazionale, non più convertibile in caso di uscita. 
Chi ci guadagnerebbe quindi da questo piano e chi ci perderebbe?
Appare evidente che gli unici che si avvantaggerebbero del piano sono i creditori esteri (in particolare quindi le banche tedesche, che sono ancora piene di BTP): con ogni probabilità infatti cederebbero sul mercato i titoli al fondo ripulendo quindi i propri bilanci a bassissimo costo, e anche qualora non lo facessero avrebbero comunque la garanzia di essere ripagati. Nel breve periodo forse si potrebbe avere anche un’illusoria riduzione nei tassi di interesse (che comunque sono già prossimi al minimo): quando però il povero tesoro italiano andrebbe a vendere i nuovi titoli (che ricordiamo sarebbero a questo punto subordinati ai primi!) è facile immaginare che troverebbe ben pochi compratori, al di fuori delle italiche banche che verrebbero certamente “incoraggiate” dalle nostre istituzioni.         

I nostri residui di sovranità e democrazia costituzionale non sono mai stati così in pericolo, con buona pace dell’on. Giampaolo Galli, capace un anno dopo la firma dell’ERF di dichiarare questo.
 
#Nonélercio
Possiamo dunque star certi che la nostra classe politica, già fortemente deficitaria sulla conoscenza del funzionamento del Fiscal Compact nonostante l’abbia votato e inserito in Costituzione (le risposte alle mail di protesta che inviai ai parlamentari ai tempi non lasciano dubbi), ignora completamente cosa stiano tramando a Bruxelles, pertanto la decisione politica sull’applicazione dell’ERF, il cui iter è da scommettere inizierà subito dopo la chiusura delle urne europee il 25 maggio prossimo, li troverà totalmente impreparati.

Chiunque abbia a cuore il destino, il futuro e l’identità del nostro Paese é invitato ad una capillare opera di corretta informazione preventiva. Forse la coscienza dei cittadini italiani compenserà l’incapacità dimostrata fino ad ora dalla classe politica (senza eccezioni) nel non comprendere l’irreversibilità dei danni di certe scelte scellerate!

Ci vediamo in mischia
Mattia C
 
 
 

giovedì 20 marzo 2014

In difesa della Costituzione della Repubblica Italiana (1): pareggio di bilancio e saldi Target 2



Buon giorno a tutti, qualunque fronte stiate calcando.
 
Dopo venti e tempeste, é il caso di tornare a parlare di cose più serie.
 
Mercoledì 26 marzo alle ore 21, presso il Circolo ARCI Machè (Via della Consolata 9/G a Torino) si terrà la prima di una serie di iniziative su crisi, UE, scenari e prospettive politiche promosse dagli amici di Indipendenza Torino.
 
Mi é stato chiesto in vista di tale eoccasione di fare un breve intervento (20 minuti circa) sul tema "trattati europei e Costituzione". Ho accettato con piacere, visto che é proprio la Costituzione il tema su cui intendo focalizzarmi nel prossimo futuro con il gruppo di attivisti che collaborano con me, che per cominciare sono coloro che hanno firmato questo famigerato e destabilizzante documento. :)
 
Anticipo uno degli argomenti che toccherò, seppur marginalmente. Si fa spesso (e giustamente) un gran parlare di come la sola introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (nuovo art. 81) sia sufficiente di fatto a rendere sospesa la nostra democrazia costituzionale e impossibile l'implementazione del modello di società che avevano in mente i membri della commissione dei 75, come documenta ad esempio 48 qui.
 
Ma a mio parere non si parla abbastanza del fatto che anche senza codesto limite, o addirittura trovando il coraggio politico di superare l'attuale 3% del rapporto deficit/PIL come già fanno Francia, Spagna, Belgio e altri, la situazione non migliorerebbe neppure un poco. Infatti, in una condizione come l'attuale di inferiorità di competitività strutturale delle nostre merci rispetto alla Germania (indotta dall'eurosistema), anche garantendo alla cittadinanza italiana una maggiore ricchezza privata grazie ad un deficit maggiore, tale ricchezza andrebbe inevitabilmente e per la maggior parte a prendere la via dell'estero (e non solo la via tedesca).
 
Beh direte voi, che importa? Compreremo prodotti esteri, ma almeno sopravviveremo il giusto per sperare nel frattempo di poter cambiare questo sistema, e magari l'occupazione aumenterà un poco. Invece no. Pagheremo ogni singolo acquisto di prodotti esteri con manovre di austerità a dir poco terribili, e questo in virtù di un meccanismo di cui si parla davvero troppo poco, ovvero il sistema di pagamento interbancario europeo Target2.

Ecce fregaturam...
Fonte: Elaborazione di yardeni.com su dati Haver Analytics (BCE)
 
Consiglio per la comprensione del problema questo recente articolo di scenarieconomici, che cita paper piuttosto autorevoli in materia. In un normale sistema bancario, quando eseguo un acquisto per intermediazione bancaria, le due banche coinvolte si devono pagare il dovuto in riserve bancarie, la valuta della banca centrale che unica e sola permette di saldare le posizioni aperte sul mercato interbancario (la normale moneta bancaria non é utilizzabile). Il saldo della transazione (es. un bonifico) non avviene genericamente subito, ma la sera, per intermediazione della Banca Centrale Italiana. Se la banca pagante ha riserve sufficienti, tutto bene, altrimenti la Banca Centrale interviene mettendole di suo e creandole dal nulla, onde consentire il funzionamento del mercato interbancario. A scanso di equivoci, questo é un OBBLIGO. Non ottemperare implicherebbere distruggere il sistema bancario, come un motore senza olio gripperebbe all'istante.
 
Nel caso dei pagamenti fra Italia e Germania, abbiamo detto che c'é un deficit strutturale di bilancia dei pagamenti. La Banca d'Italia, che nell'eurosistema ha perso il potere di creare denaro dal nulla, deve quindi rivolgersi per un prestito alla BCE, che a sua volta deve farsi prestare i soldi dalla Bundesbank e dalle altre banche centrali di paesi in surplus. La BCE tiene conto di questi movimenti di riserve, che sono VERI DEBITI fra il sistema bancario italiano e quello tedesco, nei saldi Target2 appunto. Debiti esplosi da quando la richiesta estera per i nostri BTP é crollata (e il default é stato evitato solo dai prestiti LTRO di Draghi che hanno consentito alle nostre banche italiane di comprare i titoli venduti dagli investitori esteri).
 
Notate che esattamente come la banca centrale non poteva rifiutarsi di intervenire sulle riserve nel funzionamento "normale", ora le banche tedesche sono obbligate a formire queste riserve in prestito, pena la paralisi del sistema interbancario europeo e la fine immediata dell'euro. Ecco perché da Berlino ci chiedono l'austerità e spingono per il massacro della nostra domanda interna. Non perché credano che il problema che ha causato la crisi sia il debito pubblico dei PIIGS (che infatti non fa che aumentare nonstante la "cura"). Ma solo e unicamente perché le banche tedesche non intendono più aumentare la loro esposizione creditizia nei nostri confronti, temendo il crollo del sistema. E siccome se noi avessimo soldi in tasca questo sarebbe inevitabile, la soluzione unica é toglierci i soldi dalle tasche e distruggere il nostro potere d'acquisto, come dichiarato dallo stesso esecutore Mario Monti.


 
L'austerità con cui ci stiamo flagellando ha dunque un doppio effetto. Impedisce al nostro sistema bancario di indebitarsi oltre con quello estero (perché noi non compriamo più nulla e la nostra bdp é ora in attivo per questo) e consente allo stato italiano di pagare i debiti Target2 accumulati con il sistema bancario tedesco (che infatti dal 2012 si sono notevolmente ridotti, come da grafico). Debiti privati fra banche che, in condizioni di deficit strutturale persistente, diventano pubblici con meccanismo AUTOMATICO. 
 
O questo sistema viene smantellato quanto prima, con soluzioni come questa o comunque con una qualche mutualizzazione dei costi fra i paesi coinvolti, oppure mi toccherà dare ragione a Briatore e consigliarvi di scappare in Africa. Restando nell'eurozona, infatti, il processo attualmente in corso di riequilibrio dei differenziali d'inflazione e di costo del lavoro rispetto al centro a colpi di austerità e distruzione della domanda interna, ammesso che possa essere portato a termine senza distruggere totalmente la nostra economia (e senza considerare i traumi eventualmente indotti dal Fiscal Compact), prenderà almeno 10 anni di tremenda austerità. Nessuna riforma cancellerà questi debiti pregressi (i nostri creditori non la accetterebbero MAI in ogni caso, la sola Germania é ancora creditrice di quasi 500 miliardi di euro).
 
Questo nella migliore delle ipotesi. Sì, perché se noi siamo alle corde, il governo tedesco, grazie alla sua politica salariale e sindacale aggressiva, si é conservato ampi spazi di manovra deflattiva competitiva che potrebbe aumentare la sua competitività commerciale e prolungare l'agonia ancora di più. Senza parlare del gap tecnologico strutturale da noi accumulato, che non può certo ridursi senza massicci investimenti pubblici, ora impossibili. E vi ricordo in ogni modo che questo sistema ha tutte le intenzioni e le possibilità di perdurare ad ogni costo, gettando di fatto le basi per future distruttive crisi.
 
Dunque, lasciate perdere i consigli di Flavio l'africano. Restate e combattete, come sempre! Anche perché, stante che il vostro viaggio in Africa in termini economici é un'importazione di beni e servizi esteri, di fatto lo pagheremmo NOI!!! :)

ADDENDUM del 16/4: Fortunatamente anche la stampa economica nostrana pare svegliarsi sull'argomento Target 2. Questo articolo di Vito Lops su Il Sole 24 ore contiene una sola imprecisione. Ovvero la citazione sull'esistenza del moltiplicatore monetario (che non esiste in quanto la moneta é endogena e sono i prestiti a creare i depositi e non viceversa).

In compenso questo pezzo, tramite la narrazione esaustiva di come funziona il sistema di pagamenti interbancario Target 2, vi fa capire esattamente perché l'eurosistema, così come é concepito, implichi per forza austerità. E che uno non possa esistere senza l'altra.
 
Ci vediamo in mischia.
Mattia C
 
 

 

venerdì 14 marzo 2014

...Raccoglie TEMPESTA!

E' l'una di notte e tutto va BEEEEEENE!!!
Buon giorno a tutti qualunque fronte stiate calcando.
 
Vediamo se riesco a mettere la parola FINE sul discorso che avevo affrontato qui, che si é finalmente, ma non troppo felicemente, concluso.

In conclusione dell'ultimo post, relativamente ai criteri che trovo ottimali per la creazione, la gestazione e la crescita di un nuovo soggetto politico, avevo scritto:

L'unico modo sensato di costruire un partito e' di farlo PER GOVERNARE. Non per cacciare via chi e' al potere: se questo e' il primo scopo, il partito continuera' ad epurare i PROPRI vertici: un partito che nasce CONTRO qualcuno, non appena prende il potere, agisce CONTRO se' stesso. E agisce contro se' se stesso anche quando NON prende ALCUN potere: in qualsiasi situazione il programma materiale iniziale non possa venire eseguito su altri, viene eseguito sul partito stesso.

giovedì 27 febbraio 2014

Chi semina vento...

E ricordatevene.
Buon giorno a tutti qualunque fronte stiate calcando.

Mi permetto di riprendere le fila del discorso iniziato due giorni fa qui, che si sta velocemente avviando verso la conclusione anche prima del previsto. Dopo aver spiegato alcune delle ragioni che mi hanno spinto a votare contro alla campagna di astensionismo delle elezioni europee promossa da ARS, avevo detto:

Ritengo che lo scopo di noi attivisti sia lavorare duramente per aggregare consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude. La massa critica contro il liberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

Questa frase racchiude tutto il mio disagio personale e la distanza che intercorre fra la mia posizione attuale e quella del direttivo di ARS. Dal quale in effetti ho dato le dimissioni la settimana scorsa.

martedì 25 febbraio 2014

Fare Treviso... e un po' di chiarezza.

Fare informazione in trasferta :)
Buon giorno a tutti, qualunque fronte stiate calcando.

Sarò abbastanza breve.

Come avevo annunciato qui, ARS Piemonte ha esordito ufficialmente ad Alessandria. Grazie ai buoni uffici della referente locale Cristina Capra, abbiamo ottenuto di essere ospitati dal Museo etnografico di Piazza della Gambarina, il giorno sabato 15 febbraio 2014 alle ore 16.

Brevemente, l'incontro é andato molto bene. Con l'aiuto della mia artista prediletta Monica Seksich abbiam cercato di dare ai cittadini di Alessandria tutte le informazioni necessarie su crisi e dintorni. I cittadini e gli organizzatori sono rimasti molto soddisfatti dei paralleli fra la nostra crisi e quella del 1929, e tutti hanno apprezzato i consigli di lettura alla fine dell'intervento :) Credo che replicheremo appena possibile.

martedì 21 gennaio 2014

All'attacco del PUD€ (4): All'assalto di Sindacati, Politecnico, Alessandria!

ARS si rivolge agli studenti del POLI... In trasferta!
Buon giorno e buona battaglia per la sovranità a tutti!

Come dicevo qui, il buon giorno si sta vedendo dal mattino. Bollono in pentola molte novità e ci stiamo muovendo su vari fronti per far passare il messaggio costituzionale, comunitarista, antiliberista e di recupero dello spazio d'azione sovrano del nostro paese ovunque possibile.

Vi ho già parlato del mio piccolo tentativo di mediazione presso i ragazzi di Lotta Comunista. Nulla da fare, internazionalisti fino al midollo, e pure convinti dell'inutilità della riposta istituzionale alla crisi. Peccato. Conto comunque di mantenere i contatti, non si sa mai.

lunedì 20 gennaio 2014

ARS e l'internazionalismo mancato. Una risposta alla sinistra internazionalista.

Il solito prego!
Due parti di costituzione e una di sovranità
e un buon caffé!
Buon giorno e buona battaglia per la sovranità a tutti.
Forse avrete sentito che l'incontro a cui abbiamo presenziato io e Diego Fusaro é andato molto bene. I quasi 70 intervenuti all'aperitivo categorico capivano e assorbivano le nozioni politico-filosofiche ed economiche che abbiamo dato, e abbiamo avuto molte richieste di approfondimento. Decisamente una grande serata! :) Alla fine, la domanda che andava per la maggiore era naturalmente "che fare?".
Aiutateci e militate con noi, dico io. Certo, avete prima il diritto di capire cosa facciamo, di che pasta siamo fatti e su che valori si appunti la nostra azione politico-divulgativa e che colore politico abbia. Beh, riciclando un mio recente post, la posizione di ARS, la risposta é:

Ovviamente chiunque voglia fare corretta informazione in italia e parlare di costituzione, lavoro, diritti sociali in modo onesto compie un atto politico, quindi ARS é un'associazione politica, non solo culturale. Siamo circa 250 in tutta Italia e riconosciamo di non avere ancora i numeri per proporci ad elezioni e simili, quindi ci accontentiamo per ora di divulgare e crescere, sperando in futuro di poter essere parte di un'alleanza politica che salvi il nostro paese restituendogli sovranità e democrazia.

venerdì 10 gennaio 2014

All'attacco del PUD€ (3): Se il buon giorno si vede dal mattino...

Sovranisti elitisti e un poco etilisti... ;)
...sarà un 2014 di lotta dura e proficua.

Buon giorno e buona battaglia per la sovranità a tutti.

Ho due buone notizie. Anzi tre. 

La prima! 
Sono stato invitato a partecipare all'Aperibook organizzato lunedì 13 gennaio sera a Torino  dall'Associazione culturale B52 o "Aperitivo categorico" come lo chiama Diego Fusaro (qui l'evento Facebook). Come gli affezionati kantiani avranno notato, é un nome dal sapore filosofico. Infatti la parte del leone la farà l'amico filosofo Diego, che presenterà al pubblico il suo successo editoriale "Minima mercatalia. Filosofia e capitalismo", incentrato sull'indubbio rapporto fra estremizzazione del capitalismo e alienazione della condizione dell'essere umano in società, già da lui ripresa in altri testi come "Essere senza tempo". La bella novità é che, per chi non si "accontenta" di sapere che siamo in crisi avendo disatteso profondamente le convinzioni di Marx (e la sua lotta scientifica al capitalismo estremo), di Hegel (che deplora “l’individualismo utilitaristico” ed edonistico tipico della società del consumo facile ed il liberismo in politica economica in quanto portatore di un egoismo universale e di Fichte (sostenitore dello Stato in quanto elemento di resistenza al mercato globale), avremo anche qualche piiiccola ragione di inosservanza di qualche rozza legge economica, di qualche numerino sparato non a caso e non ultimo di buona parte del nostro testo costituzionale... Il tutto proferito da parte mia...