Buon giorno a tutti qualunque fronte stiate calcando.
Mi permetto di riprendere le fila del discorso iniziato due giorni fa qui, che si sta velocemente avviando verso la conclusione anche prima del previsto. Dopo aver spiegato alcune delle ragioni che mi hanno spinto a votare contro alla campagna di astensionismo delle elezioni europee promossa da ARS, avevo detto:
Ritengo che lo scopo di noi attivisti sia lavorare duramente per aggregare consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude. La massa critica contro il liberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.
Questa frase racchiude tutto il mio disagio personale e la distanza che intercorre fra la mia posizione attuale e quella del direttivo di ARS. Dal quale in effetti ho dato le dimissioni la settimana scorsa.