Ritengo che lo scopo di ogni attivista dovrebbe essere lavorare duramente per aggregare consapevolezza e consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude.
La massa critica contro l'ordoliberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD, da altri apostrofati come "collaborazionisti da distruggere", sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

mercoledì 10 dicembre 2014

JEET KUNE DO: Insegnamento, pratica, evoluzione

JEET KUNE DO: Insegnamento, pratica, evoluzione
Walk on!
Buon giorno e buona pratica a tutti.
 
L'urgenza del problema della crescente arroganza disinformativa e relativa pericolosa salita del consenso leghista mi ha spinto a scrivere questo post, che a quanto pare ha avuto reazioni positive tra i più, e prevedibilmente negative tra i fanboy. Pertanto, vista l'accoglienza, con l'amico Lucio di Gaetano abbiamo deciso di ribattere il ferro caldo, e siamo usciti sul Fatto Quotidiano con questo pezzo scritto a quattro mani, similare nei contenuti e nel rigore analitico, ma complementare al precedente. Ve ne consiglio senz'altro la lettura.
 
Ora finalmente posso tornare ad occuparmi dei sacrosanti affaracci miei, e vi annuncio pertanto una grande soddisfazione.
 
Il 23 Novembre, al seminario di Jeet Kune Do di Venaria Reale, é stato ufficialmente presentato il mio primo lavoro letterario in solitaria come autore. Si intitola:
 
JEET KUNE DO: Insegnamento, pratica, evoluzione


Di che si tratta? Citando liberamente dalla prefazione, questo testo é un estratto minimale e non esaustivo dell'attività di ricerca e pratica quasi trentennale di Sifu Matteo Stella nel Jeet Kune Do, il "metodo senza metodo" fondato da Bruce Lee. Tale ricerca, che prosegue tutt'ora nell'ambito dell'associazione Street Combat System Association (SCSA), non si é limitata al recupero e alla conservazione dell'eredità del fondatore, ma integra i contributi dei grandi maestri che come Ted Wong e Chris Kent hanno lavorato duramente anche all'evoluzione e alla divulgazione di quest'arte, ognuno con il suo percorso. Il Jeet Kune Do tramandato da sifu Stella é quindi la sintesi del suo percorso di vita personale e marziale, arricchito da una tradizione morente che non deve disperdersi (questo il motivo per cui c'é il suo nome in copertina, mentre il mio figura all'interno). Ed é questo il vero scopo di questo testo: aiutare praticanti e appassionati a divulgare e tramandare un metodo e una passione preziosi da preservare a tutti i costi. Io ho solo tirato le fila del discorso e integrato con contributi, immagini e annotazioni personali frutto della mia personale esperienza come allievo e istruttore... E una pazienza certosina.


Elementi del Jeet Kune Do
La didattica contenuta nel testo é da integrarsi come minimo con i contenuti del testo Elementi del Jeet Kune Do di Sifu Stella, cui si fa riferimento per una lista esaustiva di immagini, nomenclatura ed esercizi, e, naturalmente, con una pratica continua e minuziosa, sia fisica che mentale, dei metodi e processi qui riportati. Qualunque contenuto non venga sperimentato, personalizzato e fatto proprio in lunghe ore di pratica é destinato a rimanere lettera morta, anche il migliore.
 
Perseverare é la via.
 
Come é buona prassi in questo caso, posterò a mò di presentazione l'indice degli argomenti, affinché possiate comprendere i contenuti.
Eccola:
 
Prefazione
La via del "pugno che intercetta" del pugilato cinese. Jun Fan Gung Fu
Principi fondamentali del JKD
Breve storia del Jeet Kune Do
Percorso di insegnamento delle basi del Jeet Kune Do
Lezione 1
Lezione 2
Lezione 3
Lezione 4
Lezione 5
Lezione 6
Lezione 7
Preparazione tecnico-fisica per le arti marziali
Riscaldamento
Basi della respirazione
Qualità fisiche necessarie alla pratica marziale
Fattori fisici sviluppati dall'esercizio
Basi dell'esercizio a corpo libero
Che cosa si intende per difesa personale
Fondamenti dell'allenamento
Principi dell'allenamento
Consigli per evitare danni fisici e infortuni
Sull' insegnamento
L'insegnamento nel JKD
I sei passi principali nell'insegnamento
Motivi di noia negli studenti
I quattro stadi dell'insegnamento
I livelli dell'apprendimento nella SCSA – CKITC
Programma di insegnamento del JKD
Principi del trapping nel JKD
Mano, immobilizzazione, attacco
Sviluppo della sensibilità
Sensibilità tattile: gli esercizi della "molla armonica"
Sensibilità tattile: il chi sao del wing chun
Progresso a piramide del JKD
Allenare l'equilibrio in attacco e difesa
Shadow boxing
Sulla velocità e sul suo uso per colpire
Come aumentare la velocità
Coordinazione
Allenare la precisione
Esercizi per la schivata
Le cinque tipologie di attacco del JKD
Apprendimento e pratica delle tecniche nel JKD
Allenamento con i focus e gli scudi
Sulla distanza in combattimento
Tecniche di braccia del JKD ("artiglieria leggera")
Esercizi pratici di trapping del JKD
Tecniche di calcio del JKD ("artiglieria pesante")
Appendice 1: Breve storia della SCSA - CKITC
Appendice 2: Addestramento nel "backyard" di sifu Ted Wong in occasione dell'apertura
del Nucleo, Los Angeles 1997
Appendice 3: Addestramento nel "backyard" di sifu Ted Wong in occasione dell'apertura
del Nucleo, Los Angeles 1997 (seconda parte)
Appendice 4: Seminario di sifu Ted Wong a Torino (maggio 1997)
Appendice 5: JKD concepts & Original JKD: due facce della stessa medaglia
Una questione di terminologia
Arricchire o perfezionare
Consolidata fluidità o costante mutamento
Appendice 6: JKD e punti di pressione
Appendice 7: La scienza del footwork: il segreto per distruggere ogni attacco
I quattro tipi fondamentali del footwork
On-Guard Position
Advancing (avanzamento
Retreating (ritirata)
Praticare il footwork
Bruce é lo standard
Appendice 8: Riflessioni sulla pratica marziale e sul Jeet Kune Do
Appendice 9: La Piramide dell'Addestramento nel Jeet Kune Do
 
E, oltre alla prefazione che già avete letto, vi offro uno sguardo al paragrafo introduttivo del testo.
 
***
 
La via del "pugno che intercetta" del pugilato cinese. Jun Fan Gung Fu
 
Il Jeet Kune Do (nel seguito: JKD) o Jun Fan Gung Fu (Jun Fan é il nome cinese del suo creatore Bruce Lee) significa "via per intercettare il pugno". Esso é l'addestramento alla realtà definitiva del combattimento e prevede il ritorno alla sua realtà primaria. Il JKD é semplice, diretto e non classico. Un buon praticante di JKD é rilassato e sciolto come una molla pronta a scattare. Complementa e non oppone la forza avversaria, come l'acqua penetra nelle falle della difesa nemica. Egli fa delle tecniche e della forza dell'avversario le proprie. Non ha infatti una tecnica sua, non ha uno schema. Lo crea.
 
Un praticante non deve rispondere schematicamente ad un attacco. Nelle arti classiche ad ogni tipologia di attacco corrisponde ad una precisa tipologia di difese. Nel JKD la risposta é invece spontanea, come un'ombra segue l'oggetto che la proietta.
 
La pratica del JKD non prevede il continuo accumulo di tecniche sempre diverse che vanno ad aggiungersi al proprio bagaglio di conoscenza. E' invece un processo di semplificazione e raffinamento dei concetti e dei metodi che si apprendono, un decremento progressivo del superfluo fino ad arrivare all'essenziale. Essere é meglio di fare.
 
Lo scopo del JKD non é isolarsi in una scatola (come molte arti classiche) ma confrontarsi continuamente con realtà sempre diverse. Concentrandosi su metodi e processi in continua evoluzione piuttosto che su prodotti finiti (tecniche autoconclusive, kata da perfezionare nel tempo), insegna ad aprire la mente, poiché focalizzarsi su una tecnica per volta fino al suo perfezionamento causa ossessione, chiusura mentale. E porta al disorientamento nel momento in cui si affronta una tecnica leggermente diversa.
 
Invece, una volta imparato il principio, questo resta. Obbedendo al principio, si entra in un territorio senza ossessioni. La maturità nel JKD é la libertà. La massima conoscenza di sé stessi e delle proprie possibilità. E' una forma senza forma, come un pezzo di ghiaccio in continuo scioglimento. Senza fissarsi su una forma, infatti, si posseggono tutte le forme. Il simbolo del JKD suggerisce bene questo concetto.
 
L'efficienza é tutto ciò che conta. Il praticante di JKD deve sempre immaginare di trovarsi al centro di un cerchio indifferenziato che non ha circonferenza. All'interno di tale cerchio egli deve mantenere il controllo della situazione e allenarsi a percepire qualunque movimento del nemico, mantenendosi alla distanza e all'angolazione migliore per anticiparlo e intercettarlo.  
 
 "Nessuna via come via, nessun limite come limite"
Per chi volesse acquistarlo, questa é la pagina di riferimento della nostra associazione sportiva. Potrete inviare una mail al maestro che si occuperà di spedizione e dettagli. Il costo dei due libri é di trenta euro cadauno, e naturalmente non siete obbligati ad acquistarl entrambi. Ci rendiamo conto di chiedere abbastanza, ma stiamo sostenendo elevati costi per l'autoproduzione. Acquistare questo testo equivale a sostenere le attività della nostra associazione e quindi anche la diffusione del Jeet Kune Do in Italia.
 
Sono naturalmente a disposizione per domande e chiarimenti sul testo e sui suoi contenuti. E come sempre, chi volesse allenarsi con me e i miei amici é ben accetto.
 
Ci vediamo in mischia.
Mattia C
 
 
 
 

2 commenti:

  1. Interessante. Domande: si può iniziare a qualsiasi età? Ho 44 anni e non ho mai praticato arti marziali. Purtroppo a Padova non ho trovato scuole o palestre di jkd, ne conosci qualcuna? Le lezioni prevedono anche momenti non strettamente di combattimento? Tipo preparazione fisica, preparazione filosofico-spirituale, respirazione o cose del genere? Grazie!

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  2. La risposta é sì. Puoi certamente inziare. Le arti marziali sono un unico percorso di miglioramento fisico e mentale, puoi iniziare a 44 anni esattamente come potresti iniziare a fare ginnastica o pesistica. Certo, devi sempre ascoltare il tuo corpo. Io a 35 anni lo ascolto ben più che a 25 quando sembrava che nulla fosse precluso. Ma ogni volta che vedo all'opera il mio maestro a 70 suonati, capisco che l'età é un limite solo se permetti che il tuo corpo decada anzitempo.

    Naturalmente le lezioni dovrebbero prevedere anche teoria, filosofia, preparazione fisica specifica e aspecifica, teoria della respirazione e quant'altro. almeno le lezioni che do io e che dà il mio maestro lo fanno. Ma il tempo é sempre tiranno, e quindi se sei esigente come lo sono io ti accorgerai che avrai bisogno di allenarti di più per conto tuo. E qualche buon libro può essere d'aiuto, anche per capire se i maestri che incontri sono maestri o scalzacani, e ti dirò che gli scalzacani son la maggioranza.

    Su padova non so dirti...proverò a chiedere al mio maestro :)

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