Ritengo che lo scopo di ogni attivista dovrebbe essere lavorare duramente per aggregare consapevolezza e consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude.
La massa critica contro l'ordoliberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD, da altri apostrofati come "collaborazionisti da distruggere", sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

giovedì 14 maggio 2015

Della Champions e della ricerca della felicità

Sbagliava anche lui ogni tanto, tranquilli...
Buona sera a tutti.
E così, la gobbaglia juventina é finita meritatamente in finale di Champions League.
Viva l'Italia e abbasso il doping finanziario del Real o chi per lui, che avvelena lo sport tanto quanto quello farmaceutico.
Ah, non sono juventino, per la cronaca, ma tutta questa gente che teneva per il Real e che ora sputa livore ovunque e rosica come avesse perso il lavoro andrebbe presa a VERGATE.



Al di là dell'antiitalianità che ormai non mi stupisce più, pensate mai che quelli su cui state sputando sono soldi e investimenti NETTI in arrivo in Italia grazie a questa vittoria? Piaccia o no, ormai le squadre di livello professionistico sono aziende a tutti gli effetti. Dietro ad una squadra professionistica come la Juve o il Milan ci sono interi staff di agenti, preparatori atletici, medici, massaggiatori, allenatori. Ci sono vivai di giovani atleti, squadre che giocano in campionati minori, squadre satelliti. Ci sono procuratori, legali, ristoratori, c'é il merchandising e la promozione di eventi e spettacoli. Senza parlare degli introiti netti da sponsorizzazioni e diritti televisivi, che aumentano di pari passo col successo della squadra. Tutto ciò rappresenta un indotto a dir poco enorme per l'Italia. E indotto della Juve = ricchezza&occupazione in Italia. Successo dello sport italiano = giovani che si avvicinano alla pratica sportiva invece che diventare degli obesi sedentari campioni di CocaCola&Playstation. Ce la facciamo a capirlo?
E avete anche sfracellato le gonadi a sufficienza con la solita litania benaltrista "gnegnegne italiani pallonari vi interessa solo il calcio, e non i veri probbblemi!". E giù di meme con disoccupato rincoglionito e sdentato che gioisce per la vittoria e col pezzente felice davanti al suo maxischermo. Se la vostra é una critica al sistema calcio-business in sé, posso anche essere d'accordo, ed é anche per motivi simili, oltre che per l'evidente marciume e illeciti sportivi diffusi che io non seguo più il calcio da tempo (anni fa ero milanista). Ma se il vostro é un giudizio etico-morale sulle dimostrazioni di gioia dei tifosi, allora VERGATE anche per voi.
E questo é solo l'inizio...
Sentite una buona volta, lo dico per voi.
Voi che pontificate, vi ritenete dei guerrieri, dei nuovi Silvio Pellico o Gramsci? O dei Pisacane? O i nuovi Bandiera? O siete semplicemente dei radical chic? Fate ridere i polli. Avete delle passioni che vadano al di là del vostro elitismo di attivisti o di semplici persone informate sui fatti di cronaca? Per quale cazzo di motivo non trovate di meglio che sputare sulle passioni altrui?
Pensateci bene. Una volta che la vostra guerricciola personale con il sistemacapitalistabrutto si interrompe per il week end, cos'é che vi definisce e vi caratterizza? Il vostro attivismo da tastiera che avete lasciato in ufficio o le vostre passioni? Chiedetevi perché una parte non trascurabile di attivisti, a partire dai loro guru, siano sbroccati sociopatici stile Barnard-Bagnai che non vedono 10 cm oltre la causa per cui combattono e non sanno più godersi la vita, quando non si imbottiscono direttamente di psicofarmaci come quei due.
Trovate più triste un tifoso felice che gioisce con chi condivide la sua passione o l'umanoide medio la cui vita é talmente priva di significato e contenuti che quando esce di casa, per potersi rilassare e "divertire" con gli amici deve per forza ubriacarsi o drogarsi prima?
Troppe persone, per eccesso di zelo, in totale buona fede io credo, hanno perso di vista il bello della vita che vogliono recuperare, un giorno. Ovvero, a causa delle loro gravi preoccupazioni per il futuro, hanno perso di vista il fine della battaglia. Vedono più solo il nemico, ovunque. E chi non "combatte" diventa pertanto un ignavo, un inetto, un vigliacco, un ignorante. Carne di porco, collaborazionisti, altri nemici. E poi qualcuno si stupisce se persino nella vostra opera di divulgazione non siete efficaci come vorreste, perché vedete intorno a voi solo incomprensione, accuse di fanatismo, accuse di "grillismo" radicale, paura, ostilità o altro. E' come nelle arti marziali. Se proiettate su chiunque la vostra aggressività e frustrazione, vedrete nemici ovunque, anche dove non ci sono. Anche dove ci sarebbero amici e alleati. E non sarete capiti, anzi, sarete isolati bene che vi vada.
Se volete aiutare davvero qualcuno, se volete essere capiti, restate umani. Se volete che le vostre cause e le vostre battaglie abbiano un senso, restate umani. Non fate un favore a voi stessi diventando uomini tristi che rimpiangono il passato dove non sapevate e quindi vi divertivate, rilassati, pensando alla vostra vita e basta. Al di là del fatto che la conoscenza dona potere e libertà e che io non rimpiangerei mai una condizione di ignoranza che fa rima con sudditanza, non divulgherete nulla con successo se passate per una setta di fanatici o disperati e se non saprete comunicare speranza e proattività invece che disperazione di fronte al mondocattivochenoncicapiscebrutto.
Lo dico perché questo problema l'ho avvertito e lo avverto anch'io, e ho dovuto scendervi a patti. Non perdete di vista ciò che dà valore alla vostra vita, e non criticate gli altri se cercano ed esprimono in qualunque modo la felicità, persino in questo mondo corrotto e in decadenza. La ricerca della felicità é un diritto inalienabile, le nostre passioni e sentimenti sono ciò che ci rende umani.
Per dirla francamente, per quanto attribuisca al calcio professionistico di oggi una serietà sportiva poco superiore a quella del wrestling, fra combine più o meno palesi, ingiustizie e illeciti di ogni sorta, credo comunque che appassionarsi ad uno sport resti un fatto socialmente positivo che dà valore alla vita dell'appasionato. E un modo come un altro per ricercare la felicità. Di problemi al mondo ce ne sono seriamente troppi, se quando qualcuno gioisce per la vittoria della sua squadra dovesse tener presente tutti i retroscena negativi, nessuno più gioirebbe di nulla. Bisognerebbe essere più zen nella vita. Oggi gioisco per la Champions, da domani se mi interessa tenterò di riformare il calcio-business. Oggi soffro perché ho scoperto che il mondo del jeet kune do é diviso in parrocchiette di livorosi che invece di allenarsi e collaborare giocano a chi ce l'ha più lungo e duro? Sticazzi, domani sarò puntuale ad allenamento e mi divertirò alla faccia loro.

Perché si tenta di cambiare una cosa? Perché la si ama. E se la si ama, saper gioire a cuor leggero per quel che di buono ti dà dovrebbe essere naturale. Troppe persone che conosco si concentrano solo sul brutto della vita, e finiscono col dimenticare il bello. E se combattono per migliorare la propria vita e il proprio futuro, dimenticare il bello vuol dire proprio dimenticare lo scopo della battaglia. E chi non vede lo scopo combatte dissipando energie, alla cieca, ed é destinato alla sconfitta.
I nostri nonni si son sposati in guerra, fra le bombe. Ed erano felici. E anche i soldati al fronte, nel taschino interno, ben nascosto, hanno la foto della famiglia e pregano ogni giorno per la pace che permetta loro di riabbracciarla. Altri hanno la figurina di una pinup, di un'auto, di una squadra di calcio, dei compagni di allenamento in palestra. E quindi sarebbero coglioni superficiali e sfigati? NO!
E' il loro modo per ricordarsi per cosa e per chi combattono. Per restare umani.

Portate rispetto quindi. E guardate chi si sente felice e vive ogni giorno le sue passioni con invidia, stupore e meraviglia semmai. Non con superiorità e disprezzo.

Addendum del 15/05:
Ieri cercavo la pagina di un testo a me molto caro che si sposa assai con la presente questione. Si tratta de La mistica della Guerra di Dag Tessore, ed ecco che ci dice a proposito della nascita dello zen e del saper vivere (e godere) il presente...

Non vi é nulla da capire, dovete solo guardare quel fiore e sorridere.
Se vi accorgete di rimuginare su tutto, se vi accorgete che il vostro retropensiero su ogni evento della vostra vita vi nega le piccole gioie che questa ci offre (si veda il tragicomico commento che mi é stato fatto sotto sul pezzo Happy allegato), sarebbe meglio non pensaste affatto. Non lasciate che il retropensiero vi separi dalla consapevolezza e dalle sensazioni che vi comunica il vostro presente.
Ci vediamo in mischia.
Mattia C

7 commenti:

  1. mangiato pesante ,forse ? : - )
    perchè questa condivisibile proposizione
    Se proiettate su chiunque la vostra aggressività e frustrazione, vedrete nemici ovunque, anche dove non ci sono "
    Mi sembra abbastanza in contraddizione con
    "sbroccati sociopatici" e una stana coppia.
    Quello che non suona il clavicembalo è assai solo,ma per Lui la felicità magari è condividere il suo punto di vista.
    Restiamo umani una bellissma testimonanza.

    Poi giusto per fare un po' di filosofia da 4 soldi qualche volta si vuole cambiare una cosa proprio perchè ci impedisce di essere felici.
    Quegli imprenditori suicidi per dover chiudere la loro fabbrica amavano sicuramente più il Lavoro inteso come dignità della vita più che la vita stessa.Avrebbero dovuto ricordare i loro affetti e fare un altra scelta.
    Felcità in tutte le religioni è legata alla consapevoleza.
    Quella di Happy (che fa venri voglia di ballare è innegabile) è un livello troppo superfciale.
    Sarebbe come se io affermassi che l'indotto della vendita delle droghe pesanti dopo tutto aumenta il Pil.... (lol)
    P:s Il Cagliari va in serie B quest'anno ;-(

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  2. Prova a fare qualche 5MAT di panca e squat di fila e poi vedrai se non mangi pesante. :)

    Intanto, non vedo alcuna contraddizione.
    I meriti di quei due non mi impediscono certo di affermare che i loro sistemi di divulgazione e non solo siano ampiamente criticabili e che per come la vedo io siano una delle cause delle divisioni esistenti fra le parrocchiette della galassia "antisistema", diciamo così, e del fatto che il mainstream abbia avuto gioco facilissimo a buttarci tutti nel frame della setta di esagitati estremisti e magari un poco fascisti, vedi endorsement alla Lega etc. Per aver sostenuto che la Lega fosse null'altro che un covo di cialtroni xenofobi e populisti che cavalcava il tema mi son beccato insulti notevoli. Ora però se ne accorge anche Bagnai nei suoi ultimi post quindi va bene, vero?

    Nel mio lavoro di attivismo é più il danno che ho subito da quei due che altro. Il signor Rossi é felice a condividere il suo punto di vista e magari la sua Verga di Aronne sul suo blog? Padronissimo. La mia "felicità" (si fa per dire, visto che preferirei che la realtà fosse diversa) invece sta nel far notare a chiunque voglia capirlo (e per fortuna qualcuno c'é) che l'efficacia politica di un simile atteggiamento non é nulla, é negativa.

    E siccome da questo e altri successi del genere dipende anche il MIO futuro, la cosa magari mi dà fastidio, perché basta una singola sclerata di quel tipo per rovinare anche mesi di paziente lavoro e dialogo di mezza galassia attivista me incluso. Ma magari tu ritieni che l'aggressività verbale di un Bagnai e la politica per cui é riuscito a litigare con ogni singola altra fazione di potenziali alleati per motivi perlopiù riconducibili a lana caprina e ego ipertrofico, sia una buona politica. Il mio parere "professionale" di fondatore di Economia 5 Stelle, ex membro direttivo di ARS e ora PR di Riscossa é di profondo dissenso. Non concordi? Me ne farò una ragione.

    Poi sul resto delle tue considerazioni si potrebbe discutere a lungo. Ma in breve, non ne condivido manco una sillaba. :) Intanto tirare in mezzo morti e suicidi in una considerazione che riguarda la filosofia di vita e la ricerca della felicità non c'entra per definizione un tubo ed é fuorviante. Il pensiero di un suicida ben difficilmente é spiegabile razionalmente con delle "priorità". Che ne puoi sapere tu (o io) di quel che gli é passato per la testa? Razionalmente potrei pure dirti che non condivido la loro scelta, poiché come dici tu hanno messo il fallimento della loro vita professionale sopra i propri affetti più cari, che é una cosa contro la mia natura. Ma appunto, é un pensiero razionale, neutrale ed esterno alla vicenda che valuta un'azione disperata e estrema che non conosco, quindi il suo valore é vicino allo zero. Inoltre non vedo un suicidio come un tentativo di cambiamento, ma al più come la fuga da una realtà che fa soffrire, o al più come una protesta estrema contro la realtà stessa. Quindi tutto il tuo discorso non si pone proprio. COSA CAMBI SE SEI MORTO?

    Io sto invece parlando a gente che VUOLE vivere, per duro che sia, e che VUOLE vivere BENE e ottenere dei risultati in QUESTA vita, che per quanto sappiamo é l'unica vita che avremo. Del parere delle religioni in merito non mi cale né tanto né poco.

    La tua considerazione su Happy poi...brrr... ma lo vedi che non sai godere nemmeno di una canzonetta senza applicare un retropensiero che ti impedisce apprezzare la semplicità delle piccole gioie che la vita offre? Cos'é, se ti avessi messo l'Inno alla Gioia ti saresti sentito meglio? E invece ho messo quella musichella superficiale che però fa ballare e allieta. E allora sarà superficiale ma raggiunge il punto meglio di altre, dunque va bene così.

    Pensi troppo. Non pensare.








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  3. Non mi piace botta e risposta,per cui lascio passare del tempo.
    "Ma magari tu ritieni che l'aggressività verbale di un Bagnai "
    No affatto ! Un anno fa gli avevo scritto che rischiava di divenire una setta !
    Oggi ad uno sul suo blog che molto educatamente esprimevalo stesso concetto consigliava di grufolare altrove.

    E proprio per le "divisioni esistenti fra le" (io direi semplicemente NOI) trovavo che nell'articolo la citazione su Bagna potesse essere solo divisisa.
    Poi mi dispiace che scrivano poco sul tuo blog che io trovo molto interessante ( a parte le arti marziali).

    A proposito:non si tratta di pensare troppo (sa di Osho e altri plastic guru)si tratta di pensare bene o benestare.
    Se ti metti a mescolare economia, sport,filosofia in un solo post viene fuori un minestrone a cui è difficile rispondere cosa sia Felicità.
    Del parere delle religioni intese come una parte importante della risposta umana alla felicità ti dovrebbe importare.
    Anche le tue arti marziali (per quel pochissimo che di esse ) vengono dauna forma religiosa.
    Continua a scivere: magari anche in altri blog.
    Hasta la victoria Siempre ...cough cought.... Qualche volta... Una volta...un pareggio ? (lol)

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  4. Francamente non ti capisco. Prima mi dici che condividi la mia critica ai metodi del Bagnai e poi sostieni che farlo notare sul mio blog sia "divisivo". Non condivido. E' divisivo il suo atteggiamento messianico, non chi prova in ogni modo a farlo notare a commentatori amici e fanboy vari. In altri post ho argomentato anche meglio la mia critica alle sue posizioni (o a quelle di Borghi) ma qui non era il caso né lo scopo. In ogni modo l'aneddoto che racconti é decisamente emblematico e non é nulla che non sia capitato altre N volte. Per il frame della setta di accoliti fanatici é anche troppo. Io ho già provato in tempi non sospetti ad instaurare un dialogo civile con lui, ma non é stato possibile. Ho già dato.

    Secondo, mi tocca specificare: a me non frega nulla di fare post monotematici a compartimenti stagni. Non sono l'esegeta di nessuno, sono uno che dice quello che pensa, sulla base dei suoi interessi ed esperienze. Se poi é suffragato da pareri colti o di plastica che siano benissimo, ma francamente FOTTE SEGA...

    "si tratta di pensare bene o benestare" non condivido né il concetto né la mutua esclusione tra le due che sembri individuare. Chi decide se pensi "bene"? Hegel e Fichte? Se si parla di realizzazione interiore, la felicità non potrà mai venire dall'accettazione di una linea di pensiero qualsiasi come "positiva". I grandi maestri possonno indicare soglie e spunti, ma sta solo a noi varcarle, esplorarle, e trovare la nostra verità, calzata sul nostro cuore e sulla nostra particolarissima sensibilità. A mio parere solo quella é in grado di renderci felici.

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  5. Il tuo tentativo di sceditare l'argomento affibbiandogli l'etichetta di qualcuno che evidentemente non approvi o ritieni troppo "mainstream" (parbleu conte), non é il massimo della correttezza. Sto parlando io qua, non Osho o chi per lui. E non mi serve citare Platone o Anassimene per dire in faccia a chicchessia che non sono d'accordo con lui. Sono sul mio blog ed esprimo il MIO parere su cosa sia la felicità e come andrebbe perseguita, con la massima consapevolezza che il signor X che si é fatto tatuare sul culo il risultato di Juve-Barcellona 1-3 non sarà d'accordo con me, cosa di cui non mi cale né tanto né poco.

    Per esempio per me la felicità che deriva da una fede religiosa é l'antitesi della felicità vera. La ricerca della contemplazione e della comunione con l'ultraterreno con contorno di dogmi correlati é semmai un ottimo oppiaceo. La felicità per me può venire solo dalla consapevolezza e dalla libertà, dalla responsabilità, dalla realizzazione completa dell'uomo. Che non può avvenire se ci accontentiamo di dogmi, dottrine e verità indimostrabili ed astratte che ci allontanano dalla voce del nostro io interiore che lotta per emergere. Si, forse si può essere "felici" seguendo pedissequamente un culto e confidando nel suo premio ultraterreno, né più né meno come può essere felice chi segue acriticamente un guru senza mai metterne in dubbio le verità. La morte della ragione insomma. E io non indugerò oltre nel prenderla a pugnalate, visto che é tutto ciò che ci manca oggi. Ragione e buon senso.

    La tua affermazione sulle arti marziali che nascerebbero come forma religiosa é piuttosto discutibile. Se mi parli di arte marziale come "insieme di tecniche di combattimento", allora ti rispondo che le prime tecniche codificate risalgono all'epoca preistorica, e non sono certo nate per religione o filosofia, ma per sconfiggere in molti grazie a tecnica e organizzazione animali e creature grosse e forti, oltre che altri uomini. Istinto di sopravvivenza unito a raziocinio umano puro e semplice. Per millenni le arti marziali sono state uno strumento di difesa e attacco, per vincere contro avversari più forti o meglio equipaggiati. Per uccidere. Solo successivamente, con la fine dei disordini e il progredire della civilizzazione, questo spirito ferino originale si é perso, ed é stato forzatamente rimpiazzato da altro, più consono alla modernità.

    Infatti, se ti riferisci al concetto moderno di arte marziale, ovvero post epoca delle guerre, intese come "percorso di vita da percorrere" aka DO, allora la cosa ha già più senso. Ma più che della religione, é stato importante l'apporto della filosofia, specie buddismo, taoismo e zen.

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  7. brevissimo "si tratta di pensare bene o benestare" non condivido né il concetto né la mutua esclusione tra le due che sembri individuare.
    scusa ma la "o" qui significava oppure , un sinonimo non opposizione.

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