Ritengo che lo scopo di ogni attivista dovrebbe essere lavorare duramente per aggregare consapevolezza e consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude.
La massa critica contro l'ordoliberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD, da altri apostrofati come "collaborazionisti da distruggere", sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

mercoledì 26 giugno 2013

Storie di ordinaria resistenza (3): I 101 dalmata faranno un Quarantotto!

L'euro é incostituzionale? Ufff, dicci qualcosa che non sappiamo!
Buon giorno e buona resistenza a tutti.

Mi scuso per il ritardo, ma finalmente posso dirvi contenuti e impressioni relativi alla "Convenscion" viareggina del 22-23 giugno, organizzata dagli attivisti dalmata Sil-viar e Capitan Farlock con la collaborazione di una specialissima padrona di casa, nonché signora incontrastata dei bagni Maber che ci hanno ospitato, ovvero Margherita Zalaffi, cui sicuramente potremo domandare preziose consulenze per fiocinare il PUD€ a colpi di fioretto ovviamente. Presenti come relatori anche l'amico Luciano Barra Caracciolo a.k.a. Orizzonte 48 e il vulcanico economista industriale Cesare Pozzi. Sono stato onorato di conoscere tutti questi compagni di lotta e tanti altri attivisti conosciuti sul web e non. Trovarsi dal vivo é sempre la cosa migliore per capire con chi si ha realmente a che fare. E a Viareggio la voglia di fare era palpabile.


Intanto, di che parliamo? Tutto nasce da un'iniziativa spontanea del gruppo "Dalmata", cioè tra chi ha messo la mail su Goofynomics per incontrarsi. E' nata tra gli attivisti che gravitano intorno a questa porzione della blogosfera l'idea di vedersi per cominciare a coordinarsi un poco. Al di là della pregevole divulgazione, attività precedenti di questo gruppo sono ad esempio i famigerati volantini del PUD€ e quelli per la festa dell'Europa a Firenze. Tuttavia altre occasioni si stanno presentando, e questo gruppo comincia ad essere "interlocutore" anche per gruppi di semplici cittadini che vogliono saperne di più. La risposta migliore può naturalmente venire da una maggior organizzazione anche sul territorio e da un incontro, primo di una serie, che permetta di condividere esperienze e disponibilità, per creare una rete di divulgazione sincronizzata e dotata di materiale uniforme e di qualità.





Perché Viareggio? Semplicemente si é deciso così perché una parte dei "promotori" erano già venuti qui durante il Carnevale per il volantinaggio citato precedentemente, e perché molti attivisti con famiglie ne volevano approfittare per godersi un po' di mare. E la Versilia non ci ha deluso affatto.


Bene, alle 15.30 di sabato 22, nonostante un navigatore satellitare eterodiretto dal PUD€ che ci ha spedito inizialmente altrove, un centinaio di attivisti di tutta Italia si son dati appuntamento in una delle sale congressi dell'Hotel Principi di Piemonte. Scelta che date le mie origini non posso che apprezzare...

Presenti al tavolo dei relatori i promoter Sil-viar e Capitan Farlock e naturalmente Luciano Barra Caracciolo con l'amico Cesare Pozzi.

Introduce l'ordine del giorno Silvia, che in un breve intervento riassume lo stato attuale dei lavori: esiste certamente un nascente agglomerato di attivisti e simpatizzanti più o meno informati sulle cause della crisi, ma questo nucleo da solo e senza organizzazione non potrà incidere in nessun modo. Ormai chiunque capisce che qualcosa non va nel presente sistema, ma come può un nucleo di attivisti volenterosi arrivare a tutte queste vittime della disinformazione in tempo ragionevole onde affinarne le conoscenze e canalizzare il loro dissenso montante in maniera virtuosa e possibilmente non violenta? La mancata comprensione genera solo caos e disperazione, ed é assolutamente necessario fare rete, fare massa critica e intervenire sul territorio oltre che su web.

Segue un corposo intervento di Luciano Barra Caracciolo. Egli condivide la necessità di dare proiezione associativa a questo nucleo nascente, con tutte le cautele del caso. Il problema nasce dall'urgenza, visto che la crisi va avvitandosi ogni giorno di più. Oltretutto il PUD€ ha creato negli anni il suo ambiente culturale perfetto, il suo sistema ideale. Un popolo di persone disinformate, perlopiù convinte di essere concausa della crisi attuale, che al più riescono ad attivarsi in improvvide guerre tra poveri. Terribile. Occorre quindi creare un gruppo di divulgazione che diventi il riferimento di fatto contro tale sistema, che possa essere citato e consultato ogniqualvolta necessario per incrinarne la resistenza, in rete e fuori. Tale gruppo dovrà studiare alla perfezione la tematica, radicarsi sul territorio e lavorare a ciclo continuo.

Non é che l'opera di divulgazione iniziata anni fa dalla blogosfera di area dalmata non abbia prodotto risultati, anzi. Sono infatti nate moltissime associazioni spontanee, protopartiti, comitati, che però a parte l'infausta frammentazione, spesso si sono fortemente caratterizzati politicamente. A parere di Luciano questo aspetto andrebbe lasciato da parte inizialmente, o non si riuscirà assolutamente a vincere le divergenze e unirsi in numero sufficiente. Luciano avrebbe cioé in mente un CLN (Comitato Liberazione Nazionale), ovvero un contenitore di istanze sovraniste fatto di persone il cui fine comune sia anzitutto recuperare la democrazia costituzionale, tornando all'incirca alla situazione pre-anni '80. Per la fase successiva, ovvero il necessario ammodernamento, si potrà discutere e se necessario dividere in un secondo momento. A tutte le persone che faranno parte di tale contenitore dovranno essere dati gli strumenti minimi per lavorare e per saper rispondere a tono agli sgherri dell'establishment, curando anche gli aspetti più sottili della comunicazione. Chi ha già fatto propri questi strumenti, ha inevitabilmente già acquisito un nuovo punto di vista sia politico che filosofico, una sorta di risveglio. Trasmettere il risveglio ad altri non é semplice, anche perché occorrono persone non solo preparate, ma anche eclettiche, disposte ad apprendere da fatti nuovi , poiché lo scenario mondiale é in continua e rapida evoluzione. Le ricette di oggi possono non essere quelle di domani.

L'esempio che viene fatto é quello della mistificazione insultante in chiave fascista e autarchica che viene generalmente inflitta dai media disinformanti a ogni forza/attivista sovranista degna di questo nome. Il difficile sarà far capire alla gente che il vero internazionalismo non risiede nella formazione di enti sovranazionali gargantueschi, ma nel comune tendere a agli stessi principi inalienabili e agli stessi diritti umani da parte di un crescente aggregato di realtà nazionali.

Il problema di un contenitore/aggregatore é sempre chi aggrega e chi viene aggregato? In che termini? Come ci si può legittimare nel ruolo di contenitore? Occorre come minimo essere organizzati, seri e autorevoli su tutto, senza improvvisare. La lotta sarà lunga e dura. In vista non ci sono vittorie facili. Luciano prefigura almeno 4-5 anni di lotta continua che potrebbero anche essere frustrati dal fallimento. Cambiamenti ci saran di sicuro, la situazione attuale non può reggere. Tuttavia non é detto che siano i cambiamenti da noi auspicati, che potrebbero restare del tutto o in parte dei sogni.  

Potremmo battere il PUD€, ma potremmo non vincere.

Tre possono essere le stragegie di risposta:
  • Si aspetta (e si spera)
  • Si crea come detto un contenitore di istanze sovraniste che aggreghi piuttosto di dividere
  • Si concepisce e perfeziona in dettaglio un'offerta politica migliore dell'attuale
Qualunque cosa si scelga, le parole d'ordine devono essere preparazione, organizzazione e uscita dalla realtà della rete. La rete infatti può andar bene per comunicare e organizzare, ma non può aggregare oltre un certo limite. Oltre agli incontri sul territorio, idee possono essere la scrittura di un libro (che 48 ha già in canna) che organizzi il sapere in modo più accessibile e strutturato (il blog di riferimento non sono cerdo di immediata consultazione) e la scrittura di una rivista satirica di buona periodicità che venga distribuita sul territorio. Ovviamente una tale rivista richiede capacità di persuasione, concretezza, impegno costante e capacità di comunicare. E senso dell'umorismo ovviamente. Per una rivista/libro occorre anche un editore, naturalmente. Ma pare che qualche contatto interessato ci sarebbe.

In aggiunta, si potrebbe creare un sito aggregatore di materiale e articoli, che ne organizzino e migliorino la fruibilità. Penso che qualcosa di simile potrebbe render l'idea degli intenti emersi qui, e a quanto pare attivisti dalmata genovesi si son già mossi per creare un altro sito analogo. E' d'uopo mettere insieme gli sforzi, ma non nell'ottica di moltiplicare ulteriormente l'offferta di blog/siti divulgativi già notevole, ma di aggregare l'esistente il più possibile.

***

Chiarito lo scopo iniziale del raduno, prende la parola Cesare Pozzi, che ha condiviso le sue esperienze ed impressioni a ruota libera, al fine di far comprendere agli attivisti intervenuti la complessità del problema in tutte le sue sfaccettature. Parola d'ordine: semplificare é pericoloso e fuorviante, occorre essere perfetti e non lasciare nulla al caso.

Anzitutto il prof. Pozzi ha fatto un esempio storico di un simile soggetto che ha avuto successo. Si parla del movimento creato da Keith Joseph, che ha portato al potere in Inghilterra nientemeno che Margareth Tatcher e la tristemente nota filosofia conservatrice di Von Hayek. La vittoria della Tatcher ha condotto il paese sulla strada della rovina, ma in precedenza l'Inghilterra fu un paese fortemente socialista. Joseph riuscì pertanto nello sconfiggere dal nulla un establishment che aveva oltretutto un grande favore popolare. E la sua strategia fu piuttosto semplice in superficie. Organizzò una serie di conferenze sul territorio per diffondere la sensibilità a certi argomenti, e poi partì con iniziative di scala nazionale che la politica non poté ignorare.

Occorre fare estrema attenzione a ciò che si divulga e a come lo si fa, o passeranno messaggi errati e strumentalizzabili. Per esempio, nel mondo c'é molta incertezza della definizione del concetto stesso di "economista", si sa solo che l'esigenza della risposta din un simile esperto é impellente. Ma se ci fidassimo del primo venuto sarebbe un disastro.

Ora l'Italia si trova in una situazione simile al primo dopoguerra. La legge elettorale vigente di fatto non conta nulla. Ma nel 1919 era la stessa cosa. Giolitti aveva gioco facile nel comprare i deputati (si parlava di ascari, ovvero di mercenari). Dai collegi uninominali si passò al proporzionale in risposta (come si vorrebbe far ora), ma questo rese il paese del tutto ingovernabile. E Giolitti dovette per la prima volta andare a parlare con Don Sturzo (non eletto), perché questo acconsentisse ad un'alleanza con il suo centinaio di deputati. Fallì, e la storia ci insegna che avemmo una successione di 5 governi inconcludenti che ci portarono dritti nel caos che precedette la marcia su Roma del '22, non a caso vista come la salvezza da molti. La situazione odierna é pericolosissima, perché ricorda tanto questa...

Pozzi ci ricorda poi che i cambi fissi sono si disastrosi in sé, ma certi processi vanno governati con attenzione, inclusa la svalutazione. In quegli anni il rapporto lira/dollaro si svalutò del 120% in un anno. Peccato che le importazioni italiane fossero già ad un livello di fatto incomprimibile, quindi nonostante la svalutazione non potemmo ridurle ulteriormente. Ciò che ottenemmo fu un cospicuo aumento dei prezzi, che rischiava di riflettersi anche sui beni di prima necessità come grano e alimentari. Lo stato fissò allora il prezzo politico del grano, ma dovette in conseguenza aumentare le tasse, portando disagi sociali e conflitti interni che regalarono l'Italia al fascismo. Solo MOLTO dopo, con una guerra in mezzo, si arrivò alla costituente di ricostruzione del 1943, che si pose come obiettivo creare un qualcosa che impedisse la rinascita di leghismo e fascismo. Ci volle una guerra. Non abbiamo imparato molto da allora eh...

Pozzi fa poi un paragone molto calzante. L'economia mondiale é come un immenso gioco di ruolo. Nei giochi di ruolo esiste in genere un master, ovvero un giocatore che definisce regole e strategie valide per tutti gli altri, regole con cui essi possono interagire in uno spazio immaginario condiviso. Ogni stato si trova immerso in questo gioco, e come giocatore standard non otterrà mai nulla se anzitutto non impara a leggere e sfruttare BENE la propria scheda del personaggio, ovvero finché non capisce bene CHI SIA e COSA VOGLIA.

Se capisco chi sono, so anche che leve usare. Se perdo le mie leve e le do ad altri come ha fatto l'Italia da decenni, é inevitabile finire col sentirsi dissociati e senza bussola. Chiederci chi siamo é il punto di partenza. Non ha nessun senso che un qualunque politico europeo dica al nostro paese cosa fare e viceversa. Come ovunque, in Europa ogni stato tira acqua al suo mulino, non possiamo chiedere ad altri di preservare gli interessi dei nostri cittadini. E ogni decisione economico-strategica che viene presa ha immediate ripercussioni sul mondo di gioco, che van considerate. Ad esempio, se nella località X io blocco la produzione dell'acciaio (bene notoriamente trasportabile solo a corto raggio), so per certo che qualunque industria metalmeccanica nel raggio considerato presto o tardi chiuderà, e non potrò far nulla per evitarlo.

Pozzi ha chiaro che in ogni società, o tavolo di gioco, va chiarito anzitutto il contratto sociale voluto, per ottenere una situazione equa e trasparente per tutti. Ad esempio Nitti nel 1910 fece notare che nord e sud Italia pagavano la stessa aliquota di tasse (il 30%), peccato che la produzione del sud agricolo non fosse paragonabile a quella del nord, e ciò approfondì notevolmente la questione meridionale. La non conoscenza delle regole porta a dare soluzioni sbagliate anche in buona fede!

I temi su cui occorrerà lavorare nei prossimi 4-5 anni di lotta saranno essenzialmente tre:
  • Demografico: l'Italia é un paese in rapidissimo invecchiamento, a causa dell'assenza di qualunque politica demografica e della carenza di aspettative nel futuro
  • Competenze: la scuola e l'istruzione italiana é l'ombra di quella di un tempo, e da tempo non riesce più a dare concrete risposte al mercato del lavoro, e fallisce pure nel creare dei bravi cittadini che abbiano la minima sensibilità istituzionale ed educazione civica
  • Welfare: in rapidissimo smantellamento, e destinato a diventare sempre più insostenibile (nell'euro) causa invecchiamento della popolazione e calo della forza lavoro contribuente
Pozzi ci spiega che nel 2050 il millesimo più numeroso della popolazione sarà quello del '75, ovvero avrà da 70 a 80 anni! Oggi gli italiani over 100 sono circa 13000, ma nel 2050 saranno il decuplo (dati ISTAT). Come verranno mantenuti? Con il welfare e le politiche economiche attuali é del tutto impossibile, ma anche tornando alla sovranità monetaria sarà insostenibile andare verso un sistema dove una minima parte di persone pagherà per tutti, ergo saranno indispensabili serie politiche demografiche di aumento della natalità e/o immigrazione.

Tutti questi fattori sono strettamente correlati e una visione d'insieme completa e organica é indispensabile a chi voglia davvero cambiare il sistema.

Del resto il nemico é potente, ed é il capitalismo sfrenato che ha portato a considerare il lavoro una merce come tutte le altre e che ha tolto per deliberata scelta politica ogni freno alla globalizzazione, con la conseguenza diretta di spingerne il prezzo verso il basso, verso condizioni tipiche dei paesi emergenti in via di sviluppo. E i capitalisti come é noto preferiscono minori guadagni, ma concentrati in poche mani, che maggiori guadagni per tutti equamente distribuiti. Si noti che il capitalismo non nasce affatto con Marx, ma idee diverse di capitale (ovvero dell'insieme dei fattori produttivi) sono variate a seconda del periodo storico.

Il capitalismo dell'ancient regime era spesso basato su guerre di aggressione volte a rubare i fattori necessari, per esempio. Il capitalismo moderno invece spinge l'uomo ad essere intraprendente, creando un qualcosa di nuovo da mettere sul mercato e vendere per arricchirsi, senza rubarla a terzi. Il mondo di oggi é artificiale e crea bisogni artificiali. La nostra stessa vita é piena di bisogni voluttuari, che vanno recepiti e interpretati. Un master valido di questo grande gioco é colui che sappia usare tutte le leve disponibili per inquadrare e interpolare al meglio la traiettoria economico-culturale del mondo. In piccolo, qualunque giocatore voglia dirigere il cambiamento deve saperlo fare per la propria nazione.

Ford ad esempio decise di rompere col paradigma del passato e aumentare le paghe dei suoi dipendenti onde potessero rilanciare la domanda di automobili, e questo per la società liberista di oggi é impensabile.

Questo per dire che non esistono leggi naturali universalmente valide in economia e ciò che funziona per un "giocatore" può non funzionare o addirittura danneggiare un altro. Chi pensa di fare politica deve muoversi con grande cautela e studiare, ma non può neppure pensare di risolvere la crisi italiana da solo, senza promuovere un risveglio civico generalizzato. I tedeschi sono pericolosi e ci hanno messo in gravi difficoltà, ma nulla di tutto ciò sarebbe accaduto se gli italiani avessero avuto la sensibilità e la cultura sufficienti per non rimpire di liberisti il parlamento ad ogni votazione democratica. Invece ora quasi tutti gli economisti mainstream italiani sono dei Chicago Boys, che han tutto l'interesse a mantenere lo status quo. Infatti, come tutti gli scienziati, essi si sostentano e arricchiscono se il loro parere trova consenso "spendibile" in società. Quindi uno scienziato in un mondo liberista senza uno stato che ne protegga e preservi il lavoro, avrà l'ovvio interesse a divulgare concetti di facile comprensione e accettazione e ampio consenso. Il risultato di questo sistema é che ad oggi 9 economisti su 10 sono complici dell'establishment e vanno ignorati.

La stessa ISTAT non é più da tempo un ente affidabile sui dati economici, che vanno pertanto reperiti altrove. Questo perché l'ISTAT, affinché l'Italia non incorra nelle procedure di infrazione europee troppo spesso, ha bisogno di gonfiare artificiosamente il PIL. Come é noto, la spesa pubblica contribuisce direttamente al PIL, con in più l'effetto del suo moltiplicatore. Quest'anno l'ISTAT ha calcolato circa 73 miliardi di euro di sprechi, ma questi soldi, che tante argomentazioni danno ai populisti, non sono reali, poiché appunto, i dati sono sovradimensionati ad arte. Scordiamoci di poter risolvere la crisi agendo in misura rilevante su sprechi e inefficienze. Tanto meno sull'evasione, che sta diventando endemica, ovvero questione di vita o di morte per moltissime aziende.

A questi livelli ci ha portato il colpo di stato che ha reso la nostra banca centrale indipendente dal tesoro.

In seguito, a incontro ufficiale terminato, il prof. Pozzi ha detto la sua anche sull'uscita dall'euro. A sua detta, l'uscita per quanto necessaria sarebbe comunque piuttosto dolorosa, più di quanto teorizzano altri commentatori. Ha spiegato infatti che le politiche scellerate dei nostri governanti hanno distrutto la nostra capacità produttiva e manifatturiera relegandoci al ruolo di terzisti nelle filiere produttive. In pratica, non siamo più capaci di cominciare e finire interamente quasi nessun tipo di prodotto, ma solo di completare, in accordo con i nostri partner commerciali, solo un segmento del processo produttivo. Il resto va recuperato da zero.

Altri paesi, specie in centro europa, sono in questo momento più performanti e indipendenti in tal senso. Non va dimenticata neppure la distruzione della nostra meravigliosa scuola e soprattutto dell'università, nella quale abbiamo perso ogni eccellenza. E' estremamente plausibile secondo Pozzi che in caso di uscita dall'euro il nostro cambio si svaluti ben di più del 20-25% previsto da alcuni commentatori.

Dovremmo perciò, secondo il professore, pensare anche in termini strategici per riposizionare convenientemente l'Italia nello scacchiere politico-economico europeo e mondiale. Ad esempio, sarebbe una buona idea cercare e preparare delle alleanze con paesi PIGS ma soprattutto con uno o più paesi tecologicamente avanzati. Se la Germania sarà difficilmente un valido interlocutore dopo l'uscita dall'euro, forse USA e Giappone potrebbero esserlo.Anche per gli interessi strategici USA che convergono in questa fase con i nostri e divergono da quelli tedeschi, vista la loro crescente preoccupazione per il suicidio dell'economia europea e per il fallimento delle politiche liberiste che stan distruggendo la nostra domanda aggregata, con gravi ricadute anche su di loro.


***

Chiuso l'intervento di Cesare Pozzi, c'é stato un lungo dibattito fra attivisti e relatori che ha chiarito meglio alcuni di questi punti e ha fatto presente le rispettive disponibilità operative e aspettative sul tema. Dibattito continuato la sera a cena e il giorno successivo in spiaggia. Mi é rimasto particolarmente impresso l'intervento-testimonianza diretta dell'italo-greco Costantino, che ci ha fatto chiaramente capire l'incubo mortale in cui é piombato il suo paese d'orgine, visto con i suoi occhi. Lui come noi spera che questo non si verifichi in Italia, anche se come abbiam visto la situazione é in rapido peggioramento e il nostro tessuto industriale é già gravemente danneggiato. 

Anch'io ho avuto modo di parlare un poco, concentrando il mio intervento sulla necessità di fare rete, di unire il fronte sovranista a tutti i costi (ma non al costo di includere chiunque NON capisca che la causa é ben più importante di qualunque personalismo) e di condividere le competenze acquisite e il materiale già esistente e testato, incluso quello di Economia 5 Stelle. Ho anche spezzato una lancia in favore del lavoro in Italia di Paolo Barnard, Warren Mosler e dei movimenti MMT, specialmente di EPIC con cui é stato possibile instaurare dialogo e collaborazione.  Al di là delle mie riserve é stato per molti attivisti l'ingresso sulla via della comprensione, e non può essere ignorato. Trovo giusto tentare di coinvolgere in qualunque discorso collegiale qualunque esponente MMT voglia mettersi in gioco, senza pregiudizi di sorta. 

***

Tirando le somme di tutto ciò che si é sentito, la parola d'ordine é cautela: indispensabile é partire bene.
Politicamente non ci sono urgenze effettive, dal momento che questa sarà probabilmente un'estate in cui la politica si barcamenerà tra l'illusione di farla franca senza traumi di navigazione e trattative sotterranee per riposizionarsi e rifarsi una verginità, in vista di una probabile manovra a settembre e della successiva presa di distanza, visto che sempre di più a Roma e fuori iniziano a capire che sono le manovre a creare la recessione.

Potrebbe esserci anche di più in gioco, viste le recenti novità introdotte al funzionamento del MES e il suo ruolo nella ricapitalizzazione delle banche, piene di crediti in sofferenza.

Questi scenari sono una vera e propria bomba a orologeria e, data la indignazione popolare che rischia di far saltare ogni assetto e alleanza di cartapesta attuale, si creerà una fase esplosiva. Per allora occorrerà avere pronti un sufficiente numero di persone veramente preparate e motivate che sappiano anche come comunicare... Da ciò segue che il mezzo di divulgazione da apprestare strategicamente si rivela importantissimo.

La prossima "convenscion", con lancio della rivista divulgativo-satirica di cui si parlava, potrebbe essere uno o più festival "DEPUDDINIZZATI". Potrebbe consistere in una mattinata di discussioni libere e in un pomeriggio-sera di letture e canzoni satirico-resistenziali. Una vera manifestazione di risveglio culturale.

La location dovrebbe essere in una zona più centrale di Viareggio per allargare la partecipazione, sempre che non si decida per un piccolo TOUR in tre location per le tre diverse zone d'Italia.

Naturalmente tutto ciò richiederà una certa organizzazione logistica e non che il nascente gruppo dovrà darsi, e in seguito una corposa attività promozionale.

Ma anzitutto, va valutata la fattibilità della cosa: occorrono artisti, poeti, cantori e anche, perchè no, pittori-illustratori. E ovviamente gente concreta "organizzatrice" con capacità di concordare le cose, onde aver pronto l'evento per la fine dell'estate quando si apriranno ufficialmente le ostilità contro il PUD€. Nel frattempo, pazientate, allenatevi, meditate e  

studiate, studiate, studiate!


Ci vediamo in mischia
Mattia C



24 commenti:

  1. Ti dovrebbero chiamare Gramsci per questo tuo accorato appello allo studio ;-)

    Scherzi a parte hai perfettamente ragione sull'idea di organizzare una convention. Una sorta di V-Day anti PUDE.

    Un pò come quello che proponeva Barnard quando parlava di mettere le cose nella giusta prospettiva tra mafie regionali e mafie internazionali (la cricca del capitalismo casinò finanziario).

    Però se posso permettermi la location andrebbe fatta in altro luogo, penso che sarebbe buona farlo al sud, non per una questione di campanilismo, ma perchè penso che pur conscio della situazione di crisi che coinvolge tutta l'Italia indipendentemente dal territorio geografico ma perchè penso che se un risveglio deve esserci esso deve ripartire proprio dal meridione, territorio pieno di risorse e potenzialità ma dimenticato dallo Stato prima e dall'Europa poi. Anche perchè tutti gli eventi importanti si sono sempre fatti da Roma in sù, ma come ti ripeto non è per campanilismo.

    Che ne pensi?

    LUIGI C.

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    1. Penso che non dipenda da me luigi, io ho riportato ciò che é accaduto a Viareggio, ma non sono decisioni o dichiarazioni mie queste.

      Però come ho detto una delle idee é quella di fare più convenscion divise per area geografica. quindi anche a sud. tutto dipenderà dalle forze attiviste a disposizione.

      ciao!

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    2. Chiedo scusa, non avevo letto bene il post. Pensavo fosse una tua idea.

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  2. Grazie per l'esauriente resoconto, Mattia.
    "Al di là di ARS, sono nate moltissime associazioni spontanee... che però a parte la frammentazione, spesso si sono fortemente caratterizzati politicamente. ... questo aspetto andrebbe lasciato da parte inizialmente, o non si riuscirà assolutamente a vincere le divergenze e unirsi in numero sufficiente. ... un CLN (Comitato Liberazione Nazionale), ovvero un contenitore di istanze sovraniste fatto di persone il cui fine comune sia anzitutto recuperare la democrazia costituzionale...".
    Stante questa più che condivisibile osservazione - che dal contesto mi pare capire nata dall'intervento di 48, mi chiedo: è stata almeno esaminata la possibilità di un coordinamento con il movimento dell'ARS, il cui approccio mi sembra esattamente lo stesso?

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    1. Ciao mauro.
      Al momento i dalmata non hanno connotazioni politiche, il tutto é in stato embrionale e lo scopo principale ad oggi é la divulgazione e l'organizzazione di eventi divulgativi.

      Detto ciò, ARS é stata nominata più volte come possibile interlocutore, ma nulla del genere é stato ancora deliberato.

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  3. Grazie Mattia.
    E grazie ai relatori.
    Ooopps! Dimenticavo la casalinga di Viareggio!

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    1. guai a dimenticarla, é una spadaccina cazzutissima!

      ciao! :D

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  4. Dalmata e iscritto all'ARS.
    Le due realtà devono collaborare in qualche modo perché hanno esattamente lo stesso fine.

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    1. Si, anche se ARS é una realtà fortemente politica mentre i dalmata sono una realtà al momento 100% divulgativa che mira al risveglio sociale.

      Per me la vera sfida sarebbe aggregare e far collaborare tutto il fronte sovranista italiano :)

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  5. Mattia, in questo post tu scrivi: "Pozzi ci spiega che nel 2050 il millesimo più numeroso della popolazione sarà quello del '75, ovvero avrà da 70 a 80 anni! Oggi gli italiani over 100 sono circa 13000, ma nel 2050 saranno il decuplo (dati ISTAT). Come verranno mantenuti?".

    Consentimi un'osservazione. Ti risulta che la macchina produttiva stia marciando a pieno regime? Perché mai dei vecchi dovrebbero essere un problema, quando la domanda aggregata non riesce a tener dietro alla capacità produttiva del sistema? In fondo, i vecchi esprimono una domanda! Il problema, dunque, è che il sistema nel quale viviamo "seleziona" la domanda, escludendo quella dalla quale non può estrarre ulteriore profitto. I vecchi, con le loro esigenze, possono essere una risorsa proprio perché esprimono una domanda di servizi, a patto di considerare l'assistenza agli anziani come un vincolo dal quale non si può prescindere. Insomma: che mondo vogliamo?

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    1. Ciao Eco!
      concordo certamente con la tua osservazione. Infatti per conto mio l'intervento di Pozzi va letto così:

      -non esiste al momento una qualsivoglia politica di supporto alla natalità in Italia
      -di conseguenza, ci sono dei trend fortemente negativi nella natalità italiana e nell'invecchiamento della popolazione, e i numeri sono questi dell'istat
      -col paradigma di previdenza attuale non é possibile far fronte a questo trend, il sistema previdenziale collasserà di schianto fra non molto (c'é chi dice 3 anni, dati inps alla mano)
      -E' vero che con la sovranità monetaria potremo avere risorse anche per garantire una pensione ad un elevato numero di anziani che avranno una loro sacrosanta domanda, ma Pozzi trova errato andare senza batter ciglio verso un'Italia con pochissimi giovani e moltissimi anziani, poiché é un sistema del tutto sbilanciato che avrebbe bisogno di un fortissimo import di risorse estere per esempio, visto che i pochi giovani e gli immigrati difficilmente sarebbero in grado di coprire tutti i ruoli necessari con la necessaria competenza. Oppure questo potrebbe provocare gente che deve lavorare fino alla morte per produrre risorse che soddisfino la domanda degli anziani.

      Non credo sia desiderabile un simile sbilanciamento nella nostra società.


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    2. "col paradigma di previdenza attuale non é possibile far fronte a questo trend, il sistema previdenziale collasserà di schianto fra non molto (c'é chi dice 3 anni, dati inps alla mano)"

      Ciao Mattia, potresti riportare qualche fonte che avvalori quanto sostieni? Io la sapevo diversa, cioè che dopo la tagliola Fornero (compresa la parziale deindicizzazione delle pensioni) la spesa previdenziale italiana è del tutto sostenibile per diversi lustri (considerata la sostenibilità del debito differito nel tempo), al nostro pari in Europa arriva solo la Lettonia, quella tedesca è nettamente insoddisfatta per dire (ho in mente il grafico ma non ho il link sottomano, forse nel blog di Bagnai si trova).

      A scanso di equivoci la violenza di una "riforma" del genere è da rigettare totalmente una volta fuori dall'Eurozona (sostenibilità o no), anche considerando che a politiche invariate per il 2050 l'aspettativa di vita media in Europa potrebbe essere al di sotto dei 68/70 anni a regime. Sarebbe un risparmio per le finanze pubbliche ma un crimine MORALE.

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    3. Infatti, anche a me risulta che i conti INPS siano perfettamente sostenibili, e lo erano anche prima della riforma Fornero! A proposito di essere precisi... cominciamo bene? :)
      Non condivido poi l'ossessione demografica. Con questa logica, la popolazione dovrebbe crescere sempre, se no avremo sempre il millesimo più numeroso tra gli anziani (che orrore!). Non dico di riesumare Malthus, ma nemmeno di vedere la crescita demografica indefinita come unico metodo di soluzione dei problemi contabili.

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    4. Ricordo sempre che quelle che ho citato son le parole di Barra Caracciolo e Pozzi, semmai domande sui concetti andrebbero fatte a loro. Ciò che io vi posso rispondere può non rispecchiare le loro idee.

      Comunque, sull'inps, la storia é vecchiotta. http://previdenzacomplementare.finanza.com/2013/04/17/inps-aumentano-i-consiglieri-del-civ-mentre-incombe-il-rischio-crack/

      Dopo la fusione con inpdap, ha accorpato anche il suo gigantesco passivo. E le perdite sostenute possono secondo fonti come questa permettere che l'attuale sistema pensionistico regga forse per 3 anni. L'inps come minimo dovrà essere riformata o rifinanziata. Con quali soldi non si sa.

      Cmq secondo Pozzi, dati istat alla mano, anche tornando alla sovranità monetaria e alle politiche keynesiane, abbiamo comunque un pericoloso trend di invecchiamento della popolazione che va contrastato.

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    5. Ciao Mattia ho letto alcuni articoli e ti faccio i complimenti.Non penso che abbiamo le stesse idee ma questo non toglie nulla al vero quello che scrivi.
      Dimmi perche' gli italiani che hanno capito quello che sta succedendo si dovrebbero ribellare(puoi metterla come vuoi)per garantire poi i diritti di generazioni che se ne sono fregati dei figli,che sono andati in pensione con 20 anni di lavoro,che anno fatto il 68 per non parlare del 6 politico,ecc,ecc.Leggiti l'art di ''rischio calcolato'' e vedi se solo la UE ha rovinato l'Italia.Nessuna vena polemica Mattia ma se la dobbiamo raccontare diciamocela tutta.Cerca art in basso.Saluti
      Scandaloso: In 20 anni gli “Over 65″ hanno sottratto 950 miliardi agli “Under 50″ in Italia

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    6. Ciao Mattia,mi permetto ad integrazione del discorso INPS,la riforma Fornero ha sancito la fusione con Inpdap che aveva un deficit di 30 mld di euro.Come sai l'inpdap eroga le pensioni dei dipendenti statali.L'Inps aveva in cassa 43 mld e' ha dovuto coprire il disavanzo inpdap.Questo perche' stato centrale e tutti gli enti pubblici sono in ritardo da anni al pagamento dei contributi previdenziali ma equitalia butta la sua retesu tutti tranne che sui primi colpevoli..La beffa e che i lavoratori privati e soprattutto atipici versano i contributi inps per pagare la pensione a ex-lavoratori di cui non hanno oggi ne mai avranno il ritorno economico-assistenziale-sindacale a essi acordato.Mattia sono sicuro che hai capito,ho cercato di essere sintetico.
      anonimo 18.56

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    7. Mattia grazie per la precisazione sull'INPS. Sei stato... preciso! ;)
      Però a ben vedere è curioso che il rischio crack dell'INPS derivi dai debiti ex INPDAP, no? A questo punto bisognerebbe che lo stato aumentasse i contributi previdenziali dei dipendenti pubblici... ma se lo fa, aumenta la spesa pubblica, quindi il deficit! uhm... bel casino.
      Sul "pericoloso invecchiamento" della popolazione, resto della mia idea. Dillo a Pozzi.
      Ad anonimo qui sopra rispondo: tutto vero, gli sprechi la corruzione eccetera, ma mi dispiace, questa crisi, QUESTA, che stiamo vivendo oggi, è una crisi di debito privato, non pubblico ok?, causata dalla rigidità della moneta unica eccetera, così come peraltro era stato ampiamente previsto da chiunque si occupasse di economia a un livello appena superiore a quello di Bersani. Questa è l'analisi. Continuare a menarla coi babypensionati significa inserire a sproposito un elemento che in sé contiene elementi di verità ma che in questo contesto è fuorviante. Tra l'altro la spesa pubblica italiana è nella media europea, come può essere lei il problema?
      Inoltre, il problema più grosso della UE non è economico, ma democratico. Non dimentichiamolo mai.

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    8. per Paolo non ho mai parlato di debito pubblico o di rigidita' monetaria sono argomenti che li lascio menare agli altri.

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    9. e non potevi dirmelo prima?

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    10. Grazie a tutti per le risposte :)
      Una breve replica... non penso affatto che pozzi derubricasse la causa della crisi al problema delle pensioni, non é quel che ha detto. Ha solo detto che qualunque forza politica che voglia legittimamente cabiare il sistema non deve trascurare di considerare il modello di società che si vuole creare a tendere, e le tendenze in atto derivanti dallo studio dei dati. E ci ha messo in guardia dagli sbilanciamenti che ne possono derivare sulla società. Personalmente, anche se fosse economicamente sostenibile, non riterrei desiderabile una società che tende ad invecchiare senza politiche di natalità, anche solo per il banale motivo che é destinata ad estinguersi ;)

      Sul resto, non mi aspetto affatto che le persone che han ritenuto di scaricare sui giovani il peso della crisi godendosi senza batter ciglio i loro privilegi previdenziali ci potranno aiutare nella sollevazione popolare. D'altra parte non li condanno, il sistema (sbagliato) glielo consentiva e vorrei vedere quanti al loro posto avrebbero fatto diversamente.

      Dubito cmq che la previdenza italiana sarà in grado di garantire anche i diritti acquisiti, e presto alcuni di loro potrebbero scoprire di aver fatto i conti senza l'oste...

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  6. Suggerirei di parlare della Scarsa mobilità sociale in Italia (il termine corretto che bisogna cercare nelle statistiche dell'ISTAT è "fluidità", che significa la effettiva possibilità in una società di salire di status. La mobilità può avvenire per fattori indipendenti dalla fluidità.La chiamiamo F).

    In Italia la F sta diminuendo sempre di più eppure basta sfogliare qualche libro specifico di buon livello e si vedrà che tutti gli studiosi sono concordi nel definirla uno se non IL fattore più importante non solo di coesione sociale ma di senso della comunità.
    Credo che si debba insistere molto su questo perché facendo presente il problema i cittadini esclusi si renderanno conto dell'ingiustizia sempre maggiore su cui si basa questo nuovo modello di società quasi di casta di cui stiamo vedendo solo le minacciose avvisaglie.
    Il problema quindi è che in una società equa deve essere meno automatico il mantenimento delle rendite di posizione (che in Italia è diventato praticamente lo scopo della vita delle persone) e probabilmente occorrerebbero degli equibpvalenti delle quote rosa ma per i meno fortunati che provengono da famiglie meno agiate e con un livello di istruzione dei genitori piû basso.

    Lo riterrei un punto fondamentale; nel breve periodo è in sostanza il miglior fattore di unità al di là delle varie tendenze politiche e inoltre è una di quellenproposte "scardinanti" alle quali sarebbe difficilissimo opporsi da parte degli avversari.

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  7. Scusami Mattia, in precedenza hai scritto che ARS è una realtà fortemente politica...volevi forse intendere che è fortemente sbilanciata politicamente?
    Onestamente non ho ancora analizzato tutto il contenuto del suo sito, quindi, prima di iscrivermi mi piacerebbe conoscere la tendenza. Non tanto per una questione personale, piuttosto perchè pur essendo convinto che il berlusconismo sia stato utile solo a mantenere ben divise le opposte fazioni elettorali (ci sono altre differenze?), ritengo che le barriere ideologiche possano ancora rappresentare un ostacolo ad un forte aggregazione anti-pude.
    D'altronde non abbiamo scelta...un movimento politico a cui dovrebbero far riferimento tutti i validi movimenti sovranisti, ci deve pur essere.
    Un organizzazione centrale che possa far da collante con tutti i principali artefici del grande lavoro svolto nella rete e non solo.
    Ti chiedo questa informazione, perchè stò sciogliendo gli ultimi dubbi riguardo una mia iscrizione all'ARS con eventuale contributo anche e soprattutto di disponibilità personale, nella considerazione che sembra al momento inutile poter contare sull'appoggio del M5S.
    Grazie per l''ottimo lavoro che stai svolgendo.
    Antonello S.

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    1. Ciao Antonello.
      Grazie per i complimenti. Dunque, io non sono ancora iscritto ad ARS, anche se sto valutando la cosa, e pertanto non ho titolo di parlare per loro. Articoli che toccano il punto ars ne ho scritti un paio, non di più. Il principale é questo:

      http://mattiacorsini.blogspot.it/2013/06/il-grido-di-dolore-del-centro-sud-e-la.html

      Ti consiglio di contattare loro stessi per domande più specifiche, ad es. su questa pagina:
      https://www.facebook.com/pages/ARS-Associazione-Riconquistare-la-Sovranit%C3%A0/405491789536838?fref=ts

      Cmq si, voglio dire che ARS nasce come associazione ma é palese abbia un progetto politico dietro, per dare in futuro una risposta politica alla crisi, non solo divulgativa. E concordo con te, un soggetto del genere serve come il pane.

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  8. Grazie, questo post è particolarmente interessante.

    "Leggere, leggere, leggere... per non morire schiavi".
    C'era scritto su una bancarella, qualche anno fa, qui nella (ex) capitale.

    Safonte

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