Ritengo che lo scopo di ogni attivista dovrebbe essere lavorare duramente per aggregare consapevolezza e consenso sui temi più importanti e fare rete, facendo capire alla gente e alle forze in campo quale sia la strada giusta da seguire. Far dialogare chi non si parla più, indurre il dibattito dove non c'é, aprire porte chiuse o che terzi vorrebbero chiudere. E creare nuove sinergie che l'attuale clima generalizzato di radicalizzazione delle posizioni e chiusura preclude.
La massa critica contro l'ordoliberismo, il lobbysmo e contro l'apologia del vincolo esterno é ben lontana dall'essere raggiunta, e a mio modo di vedere un dibattito che partisse in una CGIL o in un PD, da altri apostrofati come "collaborazionisti da distruggere", sarebbero una vittoria. Ma perché ciò avvenga occorre parlare, non liquidare o accusare o insultare. Anche se ne avremmo tanta voglia. Io per primo.

lunedì 23 settembre 2013

De ARS gladiatoria(4a): Prima riunione di ARS Piemonte-Valle d'Aosta

Furore garibaldino (vedasi T-shirt) nell'epoca del Web 2.0
Buon giorno e buona resistenza a tutti.

E' andata. Il 21 settembre é alle spalle, prima riunione regionale di ARS Piemonte conclusa con successo... ed é stata una grande giornata sovranista! :)

Scriverò almeno un paio di post sull'argomento, ma onde garantire una certa obiettività, lascerò che a parlare siano relatori e ospiti dell'evento organizzato al Teatro Espace di Torino sabato 21 settembre alle ore 15.

Intanto ricordo a tutti il programma della giornata, che si é svolto senza problemi dalle 15 alle 19.30 circa, quando ci siamo trasferiti tutti al vicino caffé Basaglia per un brindisi (indovinate a cosa) e una cenetta. Questo era il post relativo:

Scaletta:
15.00 Ingresso, saluti e presentazioni
15.15 Giampiero Marano (Direttivo ARS): ”Il Mostro di Bruxelles
15.45 Mattia Corsini (Referente ARS Piemonte): ”ARS Economica 101
16.15 Mattia Corsini, Giampiero Marano: ”Documento di Analisi e Proposte
17.00 Pausa caffè
17.10 Mattia Corsini, Giampiero Marano: ”Il modello di militanza di ARS
17.30 Interventi del pubblico
Prof. Diego Fusaro: ”Sovranità ed egemonia del politico sull’economico
Piero Boldrin: "Patriottismo non è nazionalismo"
Intermezzo teatrale di Monica Maria Seksich: “Falqui, basta la parola e vai di corpo. Ovvero i termini giusti per prenderci per i fondelli
Interventi di volontari prenotati sul posto
18.45 Saluti Finali
19.00 Chiusura

Il primo problema che ARS dovrebbe affrontare é per me fare corretta informazione e rendere un servizio alla collettività, dimostrare la propria autorevolezza e solo DOPO chiedere adesioni. Chi mai aderirebbe ad un progetto sovranista SENZA PRIMA AVER CAPITO L'URGENZA della causa sovranista stessa? Dopo 30 anni di disinformazione? Nessuno. Quindi, di mia iniziativa, vedendo tante "facce nuove" all'incontro (nessuno degli oltre 30 intervenuti era presente alla riunione nazionale di Pescara), ho scelto di parlare meno di ARS e delle sue attività (ci sarà il tempo, credetemi...) e più di quel che dovreste temere e di quel che dovrete combattere... se deciderete di stare al nostro fianco.

A mio parere il taglio dato all'incontro e i suoi contenuti hanno ripagato i presenti del bel pomeriggio di sole investito. Ma lasciamolo dire a uno dei nostri relatori, il prof. Diego Fusaro (che non fa parte della nostra associazione), che ha rilasciato oggi un interessante commento su "Lo spiffero".


Si è svolto sabato 21 settembre a Torino il primo incontro regionale piemontese dell’ARS, “Associazione Riconquistare la Sovranità”. L’assordante silenzio mediatico che ha reso pressoché invisibile l’evento all’opinione pubblica è, naturalmente, un buon segno: nel mondo dell’industria culturale e della produzione dei consensi, in cui l’egemonia dei dominanti si esercita a partire dall’uso pressoché monopolistico dei mezzi di informazione, non ricevere alcuna attenzione da parte dei media e dal mainstream politicamente corretto e millimetricamente sorvegliato è un merito da rivendicare con orgoglio. È la prova incontrovertibile del proprio non essere dalla parte del potere.
L’obiettivo primario dell’associazione è ARS forte e chiaro: riconquistare la sovranità nazionale perduta, e dunque uscire il prima possibile dal progetto criminale chiamato Europa; quest’ultima è il nobile nome attribuito alla dittatura eurocratica che, in nome della finanza e delle sacre leggi del mercato, manda in rovina i popoli e le classi, le comunità e le nazioni, realizzando, di fatto, in forma economica ciò che un tempo veniva attuato tramite i carri armati e i bombardamenti (il cui uso è, momentaneamente, riservato per gli Stati extraeuropei che eroicamente resistono alla barbarie capitalistica dell’impero americano).

L’odierna Europa – che del nobile progetto di Kant o di Spinelli è il perverso rovesciamento – è funzionale alla logica illogica neoliberale e alla rimozione della sovranità, e dunque del primato politico degli Stati come potenze in grado di mantenere il primato della politica sull’economia. La globalizzazione non è forse anche il transito dal moderno Stato nazionale con primato della politica al postmoderno mercato internazionale con egemonia dell’economia e del mercato, delle scelte anonime e impersonali della finanza e dei banchieri apolidi? Come già sapeva Machiavelli, le due prerogative inalienabili del Principe e della sua sovranità risiedono nel controllo della moneta e nella disposizione del monopolio delle forze armate, ossia in quelle due dimensioni la cui dissoluzione è stata portata a compimento dall’incubo eurocratico di cui siamo vittime.
Cito direttamente dal programma del movimento (la versione ridotta creata per l'evento n.d.M.): “ARS – Associazione Riconquistare la Sovranità ritiene che nessuna soluzione alla crisi sia possibile restando nel dominio delle forze antidemocratiche e tecnocratiche europee, che hanno tolto e toglieranno a qualunque governo si insedi in futuro qualunque leva monetaria e politica che ci permetta di uscire dal tunnel. Al contrario, ritiene che solo il recupero della piena sovranità popolare, monetaria, strategica, energetica, alimentare, potrà portarci alla salvezza nostra e del nostro futuro”.
            Parole forti e chiare, tanto più encomiabili perché pronunciate in tempi confusi e ambigui quali sono quelli di cui siamo sudditi coatti, l’epoca delle “larghe intese”, in cui l’attualità della dicotomia tra destra e sinistra non è superiore a quella tra guelfi e ghibellini.
Andando a rioccupare quello spazio di dibattito pubblico e quella dimensione comunitaria che è il capitale stesso a distruggere programmaticamente con le sue perverse logiche di individualizzazione selvaggia, giovani e meno giovani hanno discusso per ore – mossi da una rabbia densa di buone ragioni e da una sana passione antiadattiva – di temi tutti orbitanti intorno al fuoco prospettico della necessità di uscire dall’euro e di riconquistare la sovranità nazionale, condicio sine qua non per quel garantimento dei diritti sociali e per quel primato del politico sull’economico la cui distruzione corrisponde alla segreta teleologia del progetto criminale chiamato Europa. Il folle compito di quest’ultima – per chi ancora non l’avesse compreso – consiste nella rimozione forzata di ogni residuo di welfare state, di ogni superstite egemonia della politica sul fanatismo cieco del mercato oggi innalzato a nuova divinità vendicativa.
Al cospetto delle troppe sciagure che, in rapida successione, hanno investito la nostra penisola (dalla dittatura del debito al commissariamento con la giunta militare economia del governo Monti), alle quali si attagliano con straordinaria aderenza le parole del Purgatorio dantesco (VI, 76-78) – “ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave sanza nocchiere in gran tempesta, / non donna di province, ma bordello!”–, diventa evidente come il primo compito per una ragione che miri a frenare e, in seconda battuta, a rovesciare le tendenze in atto sia da ricercarsi nella rioccupazione della funzione dello Stato come garante del primato della politica sull’economia, dell’eticità sul mercato, degli uomini sulle entità della finanza, gravide di capricci teologici. Occorre riprendersi tutto, in primo luogo la sovranità perduta.
Anziché ridursi ad ancilla oeconomiae, e dunque a semplice supporto della sovranità degli organismi economici transnazionali (dalle banche, al “fondo monetario Internazionale”, fino alla dittatura crematistica delle multinazionali e delle nuove caste plutocratiche), lo Stato nazionale è, pertanto, chiamato a porsi al servizio della comunità umana considerata come fine in sé, e dunque a prendere posizione contro le logiche illogiche del monoteismo del mercato globale.
Fino a prova contraria (ossia finché non si indichino altre forze concretamente in grado di rovesciare l’esiziale ordine finanziario mondializzato), soltanto lo Stato nazionale, a patto che cessi di limitarsi a ratificare quanto viene autonomamente deciso dagli economisti, dalle multinazionali e dal mercato divinizzato, può opporsi e, dunque, agire concretamente in vista del superamento della scissione dilagante.
Cito ancora dal manifesto programmatico: “ARS intende riavvicinare un popolo troppo a lungo prostrato e ingannato alla militanza politica e alla ricerca dei nostri valori costituzionali, unendo chiunque si riconosca nella causa sovranista e voglia costruire una vera opposizione popolare a tutto ciò”. Spirito dialogico e interconfessionale, dunque: a cui si accompagna la ferma volontà di valicare le tradizionali barriere, ormai logore, che oggi servono essenzialmente a frammentare e, dunque, a rendere inoffensiva la possibile opposizione ai crimini dell’economia globale e dell’eurocrazia imperante.
ARS non è la sola associazione che ha individuato correttamente sia la diagnosi, sia la terapia: tra le altre, vi sono anche EPIC (Economia per i cittadini), Eurotruffa, la neofondata Bottega Partigiana, e molte altre ancora. Occorrerà, per il futuro prossimo, tentare di far interagire queste realtà, individuando la koiné nell’opposizione al monoteismo del mercato e alla teologia neoliberale incorporata nell’eurocrazia. È solo agendo coralmente che si diventa una forza realmente operativa e, soprattutto, temibili per il potere della violenza istituzionalizzata. È questa la sfida per il futuro e per la sua riapertura, nell’odierna età delle passioni tristi. Con le splendide parole del Trattato del ribelle di Ernst Jünger: “tra il grigio delle pecore si celano lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos’è la libertà. E non soltanto quei lupi sono forti in se stessi, c’è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in branco. È questo l’incubo dei potenti”.

E se questo non é un successo, ridefinitemi la parola successo!

Presto renderemo disponibili i materiali proiettati all'evento. Per ora accontentatevi di questo, del nostro volantino semi-umoristico, e delle slide "ARS Economica 101, in breve" da me proiettate.
Ci sarà il tempo per tutto, ma oggi é stato fatto un primo importante passo.

Chiunque mi abbia lasciato la mail e chiunque si sia iscritto presto sarà contattato.
Ricordo le modalità di iscrizione online, per chi me le aveva chieste sabato. Segnalo inoltre il gruppo facebook di ARS Piemonte e Valle D'Aosta che usiamo per coordinarci.

Abbiamo bisogno di aiuto, uniti si vince! Un'azione al mese può fare la differenza. Un obolo per coprire i costi di affitto delle sale, una parola a un'amico la sera, un volantino in più appeso nella bacheca giusta. Tutto fa, tutto é importante. E come vi ho dimostrato, la virtù italiana di destreggiarsi nelle difficoltà é MOLTO temuta in Europa. Contrariamente a quanto paventavo ieri, poi, per un ridicolo 0,1% Alternativa per la Germania non ha raggiunto lo sbarramento del 5% ed é rimasta fuori dal parlamento tedesco. Ciò, se può essere un sollievo viste le loro tendenze estremiste, bloccherà ulteriormente il dibattito in Germania e darà occasione alla Merkel di propinarci altri 4-5 anni di dolorose riforme austere giocandoci nel contempo qualche altro bel trucchetto contabile dei loro.... Le sue intenzioni programmatiche sono sin troppo chiare.

Nessuno ci salverà, dobbiamo liberarci da soli!

Come tema musicale, vi lascio un pezzo di uno dei gruppi metal italiani di cui vi parlavo, gruppi di artisti che come tanti meriterebbero per le loro capacità miglior fortuna e una classe politica che li protegga per il beneficio disinteressato (anche in termini di PIL) che portano al paese.

Ci vediamo in mischia.
Mattia C










2 commenti:

  1. Caro Mattia, credo che tu abbia fatto bene ad impostare l'assemblea così.
    Le situazioni variavano e variano da regione a regione. Nel lazio, dove siamo più avanti, siamo addirittura stati rimproverati per aver detto ciò che tutti sapevano. Effettivamente i presenti erano tutte persone che seguono da tempo il sito o la pagina, quindi si trattava davvero di incontri tra amici. Nel Piemonte eravamo indietro e dunque servivano conferenze più che incontri.
    Rigidità nella difesa dei contenuti, del linguaggio e del progetto e autonomia alle unità locali, regionali e cittadine, nell'ambito del perimetro generale e rigidamente invalcabile. Questo mi sembra il metodo dell'ARS
    SD'A.

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  2. Grazie stefano!
    l'entusiasmo che ho visto nel pubblico la diceva molto lunga :)
    E in effetti il numero di iscritti é stato proporzionalmente molto alto.

    Un passo alla volta.

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